La notizia del giorno è che Giorgia Meloni ha deciso di respingere con forza tutte le richieste di dialogo delle opposizioni sulla proposta di salario minimo. Lo ha fatto con le stesse motivazioni utilizzate dalla ministra del Lavoro Elvira Calderone: “Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge”. Piuttosto, l’approccio del governo, spiega la presidente del Consiglio al Corriere della Sera, “va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali”. Attrezzi che, in realtà, non escludono un minimo legale, come avviene in quasi tutta l’Unione Europea. E che risultano marginali in settori poco sindacalizzati. “Naturalmente – aggiunge Meloni – la condizione dei lavoratori, soprattutto giovani che percepiscono retribuzioni non decorose, non solo ci preoccupa, ma ci ha già spinto a intervenire sul cuneo fiscale e a incentivare le imprese che assumono under 36 e ‘neet’” ha detto convinta.
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“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
A risponderle per le rime è stato il presidente del M5S Giuseppe Conte: “È comprensibile che la presidente Meloni non creda al salario minimo legale e alla sua necessità perché guadagna delle indennità che sono fino a 30 volte il salario minimo legale. Ma non si possono chiudere gli occhi sulla realtà italiana dove ci sono milioni di lavoratori e lavoratrici che vengono sfruttati e non portano a casa una busta paga dignitosa” ha detto il leader del Movimento 5 Stelle a margine di un convegno organizzato dall’Università Roma Tre dal titolo “Inflazione e salari: quali politiche?”.
“Voglio sperare che la Meloni, che ha già smantellato il reddito di cittadinanza e precarizzato ancora di più i rapporti di lavoro, si renda conto che qui sta creando un disagio sociale. In altri Paesi stiamo vedendo il disagio sociale quali conseguenze comporta”, ha aggiunto l’ex premier, sottolineando che l’esecutivo sta “acuendo le disuguaglianze”.
Sull’invito di Calenda a Schlein per incontrare Meloni per il salario minimo, Conte evidenzia: “Lasciamo stare le dichiarazioni del momento di Calenda. Sul salario minimo legale abbiamo fatto un lavoro serio non ci siamo affidati a dichiarazioni estemporanee – spiega – Abbiamo lavorato a fari spenti e si è aggiunto Calenda. Ben venga, ma ora le smanie di protagonismo mettiamole da parte” ha concluso.