In un video pubblicato sui social, Giuseppe Conte ha mostrato la lettera indirizzata al presidente della Camera per il giurì d'onore chiesto contro Meloni.
Ecco la lettera indirizzata da Giuseppe Conte al presidente della Camera per la richiesta di un giurì d’onore contro Meloni. “Le dolose menzogne del Presidente del Consiglio nonché deputata Giorgia Meloni hanno offerto” sul Mes e sui trascorsi del governo Conte “una rappresentazione della realtà dei fatti completamente ribaltata. Si tratta di un precedente di assoluta gravità. Anche perché queste dichiarazioni sono state rilasciate non nel corso di una festa di partito, ma nell’Aula della Camera. In un contesto istituzionale particolarmente solenne e sono state riprese da tutti gli organi di stampa. Per conseguenza la compromissione dei miei beni morali dell’onore e della reputazione e la falsa ricostruzione del mio operato di Presidente del Consiglio dei Ministri e di deputato in carica appaiono particolarmente rilevanti nell’entità e nella portata diffusiva”.
L'affondo di Conte
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“L’asimmetria, in ordine ai poteri e alla potenziale comunicativa, di un Presidente del Consiglio rispetto a un deputato in carica rende ancor più necessario il Suo intervento per ristabilire e compensare le gravissime ed infondate offese che mi sono state arrecate. Per i motivi summenzionati Le chiedo. Ai sensi dell’articolo 58 del Regolamento della Camera, di nominare una commissione che giudichi la fondatezza delle gravi accuse a me rivolte. Palesemente e dolosamente prive di qualsivoglia fondamento fattuale, temporale, politico e costituzionale”.
Per Conte, le parole di Meloni in Aula “non solo” hanno “prodotto effetti lesivi della mia personale onorabilità”. Ma sono “suscettibili di produrre un’alterazione della fisiologica dialettica dei rapporti tra Governo e Parlamento. Con diretto impatto sull’assetto istituzionale del nostro ordinamento democratico e costituzionale”. “La sequela di accusa che mi sono state rivolte è davvero impressionante”. Tanto da essere per Conte “ben oltre la normale dialettica parlamentare”. Meloni, rimarca l’ex premier, “mi ha rivolto, nella sostanza, l’accusa di aver agito in modo fraudolento. Al di fuori del mandato parlamentare: è la più grave accusa che mi si possa muovere rispetto alla vicenda in esame. Sia dal punto di vista politiche che da un punto di vista istituzionale e costituzionale”.