Giuseppe Conte ha fatto un video sui social in cui spiega la polemica degli ultimi giorni sulla sua dichiarazione dei redditi.
C’è stata un’accesa polemica in queste ultime ore intorno alla dichiarazione dei redditi di Giuseppe Conte. L’uomo che andava sbandierando il suo conto corrente negli studi televisivi con poche migliaia di euro, adesso ha cambiato registro. Per Renzi il vero vanto è pagare oltre un milione di euro di tasse, frutto anche dei lauti introiti delle conferenze che tiene all’estero, pagate da discutibili autocrati arabi. Matteo Renzi rivendica la sua dichiarazione dei redditi extralarge e finisce per attirarsi le critiche di storici rivali politici e vecchi alleati. La partenza del post che scatena Giuseppe Conte e Carlo Calenda ha il retrogusto del vittimismo. “In queste ore alcuni media si occupano con tono scandalizzato dei redditi dei parlamentari”. In particolare della sua, proprio perché è noto che sia gonfiata anche dalla sua attività da conferenziere.
La replica di Giuseppe Conte
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Il messaggino recapitano sui social dall’ex presidente del Consiglio non è però piaciuto al suo vecchio compagno di viaggio Calenda. L’ex alleato elettorale, ormai lontanissimo, non perde l’occasione per puntualizzare alcune cosette: “Caro Matteo Renzi anche basta! Ci dobbiamo vergognare perché non prendiamo soldi da autocrati, imprenditori, lobbisti etc, mentre veniamo lautamente pagati dai cittadini italiani per svolgere una funzione pubblica? Questo è il messaggio? Perché ci fai la grazia di pagare le tasse?”, attacca il leader di Azione. “Il mondo all’incontrario altro che liberalismo. Goditi i tuoi soldi serenamente – aggiunge su X, l’ex Twitter – ma non farci la morale. Grazie”.
E così finisce per saldarsi una strana alleanza tra Calenda e il presidente del Movimento Cinque Stelle. Perché l’altra dichiarazione dei redditi finita al centro delle cronache è proprio quella di Conte, che ha dichiarato poco più di 20mila euro. Uno dei 730 più poveri della legislatura, tanto da spingere Conte a ricordare: “Per buona parte dell’anno 2022 non ho percepito alcun reddito. Perché da inizio 2021, quando mi sono dimesso da presidente del Consiglio, ho svolto attività politica con il Movimento 5 Stelle e dal Movimento non ho chiesto né ricevuto nessuna retribuzione, indennità o gettone di presenza”. Il leader pentastellato ricorda poi di essere in aspettativa dalla cattedra dell’Università di Firenze e di essersi autosospeso dall’Albo degli avvocati, non esercitando la professione, per “evitare conflitti di interesse”, sottolinea.