– Ospite della trasmissione Accordi & Disaccordi su Nove, Giuseppe Conte ha offerto un’analisi approfondita sulla situazione del Movimento 5 Stelle (M5S), il rapporto con il fondatore Beppe Grillo e le prospettive politiche, incluse le possibili alleanze nel campo del centrosinistra. L’ex premier ha tracciato un quadro articolato, mettendo in evidenza le sfide interne al Movimento e i criteri per eventuali collaborazioni politiche.
Grillo e il simbolo del Movimento
Uno dei temi centrali dell’intervista è stato il difficile rapporto con Beppe Grillo. Conte ha ribadito che il simbolo del M5S appartiene agli iscritti e non al fondatore: “Il simbolo è di chi ha faticato, di chi ha tirato la carretta, degli iscritti. Non c’è un simbolo di Grillo”. Ha poi sottolineato che, se Grillo volesse intraprendere un nuovo progetto politico, dovrebbe creare una fondazione di diritto privato. Tuttavia, ha invitato il fondatore a liberarsi del “livore” e a unirsi nel sostegno a un Movimento che, secondo Conte, oggi realizza pienamente i suoi principi democratici.
La sfida della democrazia interna
Conte ha descritto l’evoluzione del M5S verso una democrazia partecipativa e deliberativa, in contrasto con la precedente fase di democrazia diretta, spesso caratterizzata da processi opachi come il voto sulla piattaforma Rousseau. Questa trasformazione rappresenta, per Conte, un rafforzamento dei valori originari del Movimento, rendendolo più trasparente e inclusivo. Grillo, però, sembra non condividere pienamente questa visione.
Le critiche a Grillo e il rapporto con Draghi
Non sono mancate critiche al ruolo di Grillo durante il governo Draghi. Conte ha dichiarato che Grillo avrebbe anteposto il rapporto personale con Draghi alla rappresentanza politica del Movimento. Questo atteggiamento, secondo Conte, ha indebolito la posizione del M5S, già colpito dalla perdita di consenso in quel periodo. “Dopo la caduta del governo Conte II, se fossimo andati al voto, avremmo vinto le elezioni”, ha affermato con rammarico.
Centrosinistra: dialogo, ma senza ambiguità
Un altro tema centrale è stato il rapporto con le altre forze politiche del centrosinistra. Conte ha sottolineato che il dialogo con il Partito Democratico (Pd), Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) e Carlo Calenda è già in corso. Ha citato battaglie comuni su temi come l’autonomia differenziata e il salario minimo legale, evidenziando che il M5S non si limita a restare in una “torre d’avorio”.
Tuttavia, ha respinto categoricamente l’idea di un’alleanza basata unicamente sull’opposizione a Giorgia Meloni: “Non andiamo a Palazzo Chigi solo per fare un rassemblement contro Meloni perché è cattiva. Per me è incapace, ma noi vogliamo sapere cosa si va a fare”. Conte ha poi aggiunto che eventuali alleanze dovranno basarsi su un accordo preciso e dettagliato, per evitare gli equivoci del passato.
Candidato premier: “L’ultimo dei problemi”
Quanto alla leadership di una possibile coalizione di centrosinistra, Conte ha minimizzato l’importanza della scelta del candidato premier: “Il candidato è l’ultimo dei problemi. Dovrà essere un interprete serio e affidabile, ma non decideremo prima di capire se ci sono le condizioni per governare insieme”. Un messaggio chiaro rivolto agli alleati, che sottolinea la priorità di stabilire un programma condiviso.
Le battute su Toninelli e l’autocritica sulla leadership
Non sono mancate punte di ironia nell’intervista, come nel caso di Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture: “Si addormentava durante i miei discorsi? Se fosse stato sveglio, avrebbe governato meglio”. Conte ha comunque riconosciuto l’importanza della pluralità di visioni all’interno del Movimento, sottolineando che Toninelli resta parte della comunità pentastellata.
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Il Movimento 5 Stelle tra sfide interne e visioni future
L’intervista di Giuseppe Conte evidenzia un Movimento 5 Stelle in fase di trasformazione, impegnato a rafforzare la propria identità democratica e a definire una strategia chiara per il futuro. Le tensioni con Grillo e le difficoltà nel costruire alleanze solide con altre forze politiche rappresentano le sfide principali per un Movimento che, secondo Conte, punta a rimanere un attore centrale della politica italiana.
Le parole di Conte tracciano una linea netta: il M5S non intende accettare compromessi sui propri valori e sul proprio programma, ma è disposto a dialogare e collaborare a patto che ci siano basi solide e obiettivi condivisi. Un approccio che potrebbe influenzare profondamente gli equilibri del centrosinistra e l’evoluzione del panorama politico nazionale.
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