L’arresto del boss latitante da 30 anni Messina Denaro è stata la notizia più letta della settimana. In seguito all’arresto il Ministro della Giustizia Nordio decide di scagliarsi contro i magistrati: “vedono boss ovunque” dichiara.
Ieri alla Camera, illustrando la sua relazione sullo stato della giustizia, ha provato a rassicurare tutti: “toccare le intercettazioni che riguardano terrorismo, mafia e quei reati che sono satelliti nei confronti di questi fenomeni perniciosi”. “se non interverremo sugli abusi delle intercettazioni cadremo in una democrazia dimezzata”. Prosegue: “L’Italia non è fatta solo di pubblici ministeri. Il Parlamento non può essere supino o acquiescente alle affermazioni dei pm”, “Non mi stupisce che alcuni ex colleghi abbiano espresso posizioni ferocemente negative”, ma così come questi colleghi vedono la realtà attraverso la loro lente d’ingrandimento, le Camere penali e gli avvocati vedono le cose in modo diverso, opposto a quello dei Pm. La politica rappresenta i cittadini, che non sono né Pm né delle Camere penali” conclude.
Parole che hanno fatto rumoreggiare l’aula Nordio ha provato a chiarire ulteriormente: “Senofane diceva che i Traci dipingevano gli Dei con i capelli biondi e gli occhi azzurri, mentre gli Africani dipingevano gli Dei come neri e con i capelli ricciuti. E se un triangolo potesse pensare, diceva Senofane, dipingerebbe Dio come triangolo. Questo significa che ognuno di noi vede la realtà attraverso la lente più o meno deformante dei propri pregiudizi, quindi è perfettamente normale che ci siano dei colleghi che avendo sempre fatto i pubblici ministeri antimafia abbiano una visione estremamente severa di questi problemi” ma ha suscitato l’effetto contrario.
Interviene così il Leader 5 Stelle Giuseppe Conte: “Chi combatte quotidianamente contro le mafie rischia di trovarsi con armi spuntate e scarpe da risuolare questo governo appena insediato ha cominciato a depotenziare alcuni fondamentali presidi di legalità e strumenti d’indagine contro mafia e corruzione. E chi oggi combatte quotidianamente contro le mafie rischia di trovarsi con armi spuntate e scarpe da risuolare” spiega.
Poi rivolgendosi direttamente a Nordio, afferma: “Appena un mese fa lei ha detto che ‘un mafioso vero non parla al telefono né al cellulare’. Una dichiarazione improvvida per chi siede a quel dicastero nevralgico per la lotta alla mafia. Il Procuratore Capo di Palermo De Lucia si è affrettato a dire che ‘Matteo Messina Denaro non si sarebbe potuto arrestare senza le intercettazioni’. Ieri il Procuratore nazionale Antimafia Melillo si è affrettato a dire che togliere le intercettazioni e il trojan sarebbe un danno. È lei con le sue improvvide dichiarazioni che ha suscitato queste precisazioni”. “Lei ha provato a correggere il tiro, precisando che le intercettazioni sono assolutamente indispensabili nella lotta alla mafia e al terrorismo. Però, questa precisazione dimostra una deficitaria comprensione del fenomeno mafioso oltre che dubbia consapevolezza politica e culturale” conclude Conte.