– Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha lanciato dichiarazioni di grande impatto durante un’intervista rilasciata a Mattino 5 su Canale 5. Commentando le recenti parole di Beppe Grillo, Conte ha riconosciuto che “il Movimento originariamente pensato da lui, dalla sua verve comunicativa, dall’intelligenza di Casaleggio, non c’è più, è morto”. Tuttavia, ha precisato, “non sono morti i principi e i valori”, sottolineando che il M5S ha attraversato un processo di rifondazione che ha portato a nuovi obiettivi e sfide.
Dal progetto locale alle sfide globali
Conte ha ricordato le origini del Movimento, nato con la Carta di Firenze per affrontare questioni locali come la gestione dell’acqua pubblica e altri temi di carattere comunale. “Il successo del Movimento è stato talmente grande e inatteso che ci ha portato a gestire responsabilità di governo e a confrontarci con scenari geopolitici complessi”, ha spiegato l’ex premier, citando esempi come la guerra in Ucraina, la crisi umanitaria a Gaza, e questioni economiche legate agli extraprofitti delle banche e delle industrie delle armi.
Secondo Conte, il passaggio dal livello locale a quello nazionale e internazionale ha trasformato il Movimento in qualcosa di molto diverso da ciò che era stato originariamente concepito. “Oggi ci troviamo a fianco dei lavoratori di Stellantis a Pomigliano e affrontiamo problematiche globali che non erano previste nel progetto iniziale”, ha dichiarato.
La rottura tra Grillo e il Movimento
Nel corso dell’intervista, Conte ha affrontato la questione dei contrasti con Grillo, accusandolo di aver anteposto un rapporto personale con Mario Draghi agli interessi del Movimento. “C’è stato un momento di rottura con la comunità degli iscritti, che ha portato anche alla cancellazione della figura del garante”, ha sottolineato. Conte ha poi aggiunto che Grillo avrebbe appoggiato il governo Draghi con scelte che hanno lasciato un segno indelebile, come il sostegno a Roberto Cingolani e alla transizione ecologica. “Si è lasciato irretire da questo rapporto, sacrificando l’unità del Movimento”.
La rifondazione e le nuove sfide
Nonostante il distacco da Grillo, Conte ha difeso il processo di rigenerazione del M5S, definendolo un atto “voluto dalla comunità degli iscritti”. “Abbiamo rinforzato i nostri principi e valori, proiettandoli nel futuro”, ha affermato, aggiungendo che il Movimento oggi si concentra su temi strategici e politici di respiro globale.
La leadership di Conte, nata in un contesto di profonde trasformazioni, è stata definita come una risposta alle nuove sfide che il Movimento deve affrontare. “Non è più il Movimento delle origini, ma una forza politica matura che guarda al futuro”, ha concluso.
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Un Movimento in evoluzione
Le parole di Conte segnano un punto di svolta nella storia del M5S, che sembra voler archiviare definitivamente la stagione del fondatore Grillo per concentrarsi su un’identità rinnovata. Rimane da vedere se questa “rifondazione” sarà sufficiente per affrontare le sfide che attendono il Movimento sul piano politico e elettorale.
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