Un conflitto interno senza precedenti scuote il Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo, fondatore e garante storico, ha richiesto di rivotare su decisioni cruciali recentemente prese dall’assemblea costituente, portando Giuseppe Conte, attuale leader del Movimento, a una risposta decisa. Questo scontro riflette una tensione crescente su temi centrali come il limite dei due mandati, il ruolo di Grillo e la direzione politica del Movimento.
La richiesta di Grillo: Rivotare per preservare lo statuto originario
Durante un’intervista a “Il Rosso e il Nero” su Rai Radio1, Giuseppe Conte ha commentato la decisione di Grillo di invocare una votazione basata su una norma del vecchio statuto, una mossa che il comico genovese avrebbe difeso strenuamente in passato. Grillo ha richiesto di rivotare su alcune modifiche approvate dall’assemblea costituente, che includono l’eliminazione del limite dei due mandati e la soppressione della figura del garante. Questa decisione segna un cambiamento significativo per il Movimento, che si posiziona ora ufficialmente nell’area progressista.
Secondo Conte, la comunità degli iscritti risponderà in modo deciso. “Sono sicuro che gli iscritti, che hanno già dimostrato grande voglia di partecipazione, risponderanno a tono,” ha dichiarato. Tuttavia, il leader del M5S ha anche evidenziato che alcuni seguaci di Grillo stanno boicottando il processo di voto, una contraddizione rispetto ai valori fondativi del Movimento.
La questione del simbolo e il dibattito sulla proprietà
Il confronto tra Grillo e Conte non si limita alle regole interne. Un altro tema controverso riguarda la proprietà del simbolo del Movimento. Davide Casaleggio, intervenuto a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1, ha ribadito che il simbolo è registrato a nome dell’Associazione M5S, fondata da lui e Luigi Di Maio. Questo dettaglio potrebbe avere implicazioni legali e politiche di rilievo nel caso di ulteriori divergenze tra Grillo e l’attuale leadership.
Conte, nel corso di una recente intervista, ha chiarito che il simbolo appartiene al Movimento e non può essere contestato da Grillo o da altri. Ha anche accennato alla possibilità di modificare il simbolo in futuro, pur considerando il tema non prioritario rispetto ad altre sfide politiche.
Superamento del limite dei due mandati: verso una svolta “innovativa”
Una delle decisioni più divisive prese dall’assemblea costituente è il superamento del limite dei due mandati, una regola simbolo della politica del M5S. Conte ha spiegato che questa scelta è stata presa per consentire al Movimento di competere in condizioni più eque con le altre forze politiche. Ha inoltre anticipato che sarà proposta una soluzione “ragionevole ma innovativa” che potrebbe aprire nuove prospettive per i parlamentari del M5S.
Questo cambiamento, però, non è stato accolto favorevolmente da tutti. Alcuni esponenti storici del Movimento, come Alessandro Di Battista, hanno espresso dissenso. Di Battista, che ha lasciato il M5S da tempo, è stato definito da Conte come una persona che stima, ma la vera sfida sembra essere interna, con Raggi e Toninelli ancora ufficialmente parte del Movimento.
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Un Movimento in trasformazione
La direzione intrapresa dal M5S riflette una transizione verso una struttura più tradizionale, con un focus sulla democrazia interna e l’espansione delle alleanze politiche. Conte ha ribadito che il Movimento non chiude la porta a collaborazioni, come quella con il Partito Democratico, purché queste abbiano l’obiettivo di trasformare il Paese.
In serata, Giuseppe Conte sarà ospite di Bruno Vespa nelle trasmissioni “Cinque Minuti” e “Porta a Porta” su Rai1. Si prevede che approfondirà ulteriormente le questioni emerse, offrendo una visione sul futuro del M5S e sulle sue priorità politiche.
Conclusioni
Il dibattito tra Grillo e Conte rappresenta un momento cruciale per il Movimento 5 Stelle. Da un lato, la necessità di adattarsi alle nuove sfide politiche; dall’altro, la fedeltà ai principi originari che hanno caratterizzato il suo successo. Il risultato di questa rinnovata votazione non sarà solo una risposta alla richiesta di Grillo, ma un test sulla capacità del M5S di mantenere la propria identità in un contesto politico sempre più complesso.