In un acceso confronto a Piazza Pulita di un po’ di tempo fa, il giornalista Corrado Formigli ha lanciato un duro attacco contro l’immunità parlamentare, invitando i politici a rinunciare a questo privilegio per essere realmente responsabili delle loro dichiarazioni. L’intervento di Formigli è avvenuto durante una discussione con Filippo Taddei, responsabile economico del PD, che aveva criticato le parole del deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista.
Di Battista aveva paragonato l’affidabilità dell’allora premier Matteo Renzi a quella dei mafiosi che sostenevano il PD a Roma, una dichiarazione che Taddei ha definito “inaccettabile” e un grave esempio di linguaggio improprio in un dibattito politico. Taddei ha sottolineato l’importanza di rispettare “norme comuni” nel confronto pubblico, esprimendo preoccupazione per il fatto che simili espressioni potessero essere usate impunemente da un parlamentare.
Formigli, pur prendendo le distanze dai toni esasperati della politica, ha ribadito che non si può “tagliare la comunicazione” quando un ospite esprime le proprie opinioni. Ma ha poi rilanciato con un affondo diretto: “Voi vi dovreste levare l’immunità, così queste sciocchezze non le dite più. Così quando uno dice una sciocchezza del genere, l’altro lo querela e paga, come paghiamo noi giornalisti quando diciamo cose sbagliate”.
Formigli, pur prendendo le distanze dai toni esasperati della politica, ha ribadito che non si può “tagliare la comunicazione” quando un ospite esprime le proprie opinioni. Ma ha poi rilanciato con un affondo diretto: “Voi vi dovreste levare l’immunità, così queste sciocchezze non le dite più. Così quando uno dice una sciocchezza del genere, l’altro lo querela e paga, come paghiamo noi giornalisti quando diciamo cose sbagliate”.
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Il giornalista ha evidenziato il doppio standard tra i politici e i professionisti dell’informazione: mentre i primi sono protetti dall’immunità parlamentare, i secondi sono chiamati a rispondere direttamente delle proprie affermazioni. Un problema che, secondo Formigli, contribuisce all’abbassamento della qualità del dibattito pubblico e all’escalation dei toni.
“È il linguaggio di questa politica che, da tutte le parti, sta usando toni troppo accesi”, ha proseguito Formigli, invitando a una maggiore moderazione e responsabilità nelle espressioni utilizzate nei dibattiti pubblici. “Condanniamo questi toni ed evitiamo di usarli su questi schermi”, ha concluso, sottolineando la necessità di un confronto più civile e rispettoso, anche e soprattutto nei confronti delle istituzioni e delle figure pubbliche.
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