Si è svolto oggi l’interrogatorio che vede coinvolto l’ex presidente del consiglio nonché leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Conte si è recato a Brescia, dove insieme all’ex ministro della Sanità Roberto Speranza doveva rispondere alle domande che riguardavano la gestione della pandemia da Covid. Vediamo come è andata.
Ricordiamo che Giuseppe Conte e Roberto Speranza sono stati indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del Covid in Valseriana. Il palazzo di giustizia bresciano è stato presidiato per tutto il tempo dell’interrogatorio dalle forze dell’ordine e l’aula in cui sono stati ascoltati i due esponenti politici è stata sorvegliata dai carabinieri.
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Il leader del M5S è arrivato a Brescia in compagnia del suo avvocato, Caterina Malavenda. L’avvocato di Speranza, Calvi, prima di dirigersi verso l’aula, ha assicurato che Speranza avrebbe depositato anche una memoria difensiva dopo l’interrogatorio.
Al termine la legale di Giuseppe Conte ha rilasciato alcune dichiarazioni, dicendo che il leader M5S “ha risposto a tutte le domande” del Tribunale dei Ministri perché “oggi ha tutti i documenti che quando è stato sentito il 12 giugno 2020 non aveva”. “Soprattutto – ha aggiunto – non aveva, perché non lo aveva nemmeno la Procura, il verbale del 2 di marzo (del Cts, NdR)” e “la nota informale del 2 di marzo che è arrivata dopo il 12 di giugno” ha detto con riferimento al fatto che l’ex premier, sentito per la prima volta dai pm di Bergamo, aveva dichiarato di essere stato messo al corrente della situazione epidemiologica in Val Seriana solo dal 5 di marzo 2020.
“Il collegio ha ascoltato con molta attenzione”, ha aggiunto Malavenda parlando di un interrogatorio durato un’ora su argomenti “coperti da segreto”. Sulla mancata istituzione della zona rossa “non ha giustificato nulla” ma “ha raccontato quello che successo, è stato esauriente”. Ciò su cui il leader del Movimento Cinque Stelle si è soffermato maggiormente è “il 2 marzo, perché era il giorno rimasto scoperto la volta scorsa” a causa di “quell’appunto informale” che “non era agli atti”. “L’ha commentato e ha spiegato la sua posizione di quel giorno. Sono soddisfatta, noi ci fidiamo della giustizia” ha concluso l’avvocato di Conte.