Crosetto querela Sallusti, ecco perché. E Gasparri interviene

Crosetto ha deciso di querelare Alessandro Sallusti, l’appello di Gasparri: “Sono amico di entrambi. Se serve, mi offro da paciere anche se prenderò schiaffi”.

Il Fatto Quotidiano riporta una notizia secondo la quale Crosetto avrebbe deciso di querelare il giornalista Alessandro Sallusti. Il motivo? Un titolo pubblicato sul Giornale: “Inchiesta su Crosetto”. “Io sono amico di Guido Crosetto, che stimo molto. Penso di poter dire che sono anche amico di Sallusti. Se serve, mi offro da paciere. È un mestiere difficile, perché rischi di prendere schiaffi da tutte le parti. Non sono robusto, ma tenace e coraggioso”. È la proposta pronunciata a Radio Radicale da Maurizio Gasparri.

Il titolo che ha fatto infuriare Crosetto

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Il titolo ha fatto infuriare Crosetto che ha diffuso una nota al vetriolo: “Il Giornale inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso, costruito evidentemente con il solo intento di infangare. (…) Un atto gravissimo per il quale ho dato immediatamente mandato di denunciare in ogni sede possibile, perché non si può trattare di un errore, ma di chiara volontà di mistificare la realtà e trasmettere un messaggio, lo ripeto, tanto diffamatorio quanto falso, inaccettabile. (…) Non posso ora esimermi dal capirne la ratio e soprattutto i mandanti“.

Gasparri, pur offrendosi come mediatore tra i due duellanti, dà ragione al ministro: “Io me la prenderei col titolista, anche se lo capisco perché da giovane ho fatto questo lavoro. Sono giornalista professionista da 40 anni e per tanti anni ho fatto i titoli. Però devi stare attento. Il dramma del titolo è che lo devi far rientrare in un numero massimo di battute e quindi tu non puoi scrivere un romanzo al posto del titolo”.

E sottolinea: “Però “Inchiesta su Crosetto” è un titolo brutto e sbagliato perché dà l’idea che stiano indagando su Crosetto. E invece è un’indagine, ammesso che ci sia, che nasce dalle parole pronunciate da Crosetto, non è un’indagine su Guido Crosetto – spiega – È come se nel corso di questa intervista noi dalla finestra vedessimo un furto e dicessimo che Maria e Mario stanno rubando delle macchine lì sotto. Un’eventuale indagine nascerebbe sulla notitia criminis ma non su noi due”.

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