– La Regione Campania ha ufficialmente approvato una legge elettorale che consente a Vincenzo De Luca, attuale Presidente della Regione, di concorrere per un terzo mandato consecutivo, suscitando proteste e perplessità da parte dell’opposizione e di diversi esponenti della società civile. Il Consiglio Regionale, presieduto da Gennaro Oliviero, ha visto la proposta di legge passare con una maggioranza di 31 voti favorevoli contro 12 contrari, un voto di astensione e un dibattito che ha portato a nuove polemiche sulla direzione della politica campana e sulla limitazione dei mandati.
La proposta, presentata dal capogruppo del Partito Democratico Mario Casillo, apporta diverse modifiche alla legge elettorale regionale n. 4 del 2009, tra cui, oltre all’eliminazione del limite dei due mandati per il presidente in carica, anche altri cambiamenti significativi. Viene infatti modificato il limite del 65% per il premio di maggioranza, si introduce una soglia di sbarramento del 2,5% per tutte le liste, e si riducono le firme necessarie per presentare candidature. Questo intervento normativo sembra volto a rafforzare il potere di De Luca e della sua maggioranza, sacrificando principi di alternanza e democrazia.
La Reazione del Movimento 5 Stelle e delle Opposizioni
Il Movimento 5 Stelle, per voce dei consiglieri Michele Cammarano, Vincenzo Ciampi e Gennaro Saiello, ha duramente criticato la legge, definendola una violazione dei principi di alternanza e trasparenza. “La legge ignora la necessità di garantire un turnover al potere politico,” hanno dichiarato i consiglieri del M5S, sottolineando che “il limite dei due mandati è un principio sacrosanto, volto a evitare concentrazioni di potere in capo a un singolo individuo.” La legge, per come è stata approvata, consente di fatto al presidente in carica di presentarsi per un terzo mandato, un provvedimento che il M5S ha giudicato come “un attacco alle fondamenta democratiche della Regione”.
La maggioranza regionale, tuttavia, ha respinto queste critiche, affermando che le modifiche sono necessarie per una maggiore stabilità e per promuovere continuità in un periodo di rilancio economico per la Campania. Tuttavia, le preoccupazioni espresse dall’opposizione riguardano anche la possibilità che queste modifiche possano consolidare un controllo duraturo sulla macchina amministrativa regionale da parte dell’attuale classe politica.
La Richiesta al Governo di Impugnare la Legge
Una delle richieste più urgenti provenienti dall’opposizione e dal M5S è quella di un intervento del governo nazionale per impugnare la legge appena approvata. Questa richiesta si basa sull’idea che la legge vada contro i principi fondamentali di trasparenza e di alternanza al potere, principi che sono stati, secondo gli esponenti del M5S, calpestati in modo deliberato. “Il governo deve intervenire senza esitazioni,” hanno dichiarato, rivolgendosi direttamente al centrodestra, che, pur dichiarandosi contrario alla modifica, ha ora la responsabilità di dimostrare coerenza con le proprie parole attraverso un’azione concreta.
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Modifiche Elettorali: Strumenti di Potere o Necessità di Modernizzazione?
La legge approvata dal Consiglio Regionale della Campania non si limita a consentire a De Luca un terzo mandato, ma introduce una serie di modifiche significative alla normativa elettorale, modifiche che possono avere un impatto di ampia portata sul panorama politico regionale. Tra queste, si annoverano:
Eliminazione del limite del 65% del premio di maggioranza: una modifica che consente alla coalizione vincente di ottenere una più ampia rappresentanza in Consiglio, rafforzando il proprio potere decisionale.
Introduzione di una soglia di sbarramento del 2,5%: una misura che potrebbe ridurre la frammentazione politica, ma che rischia di penalizzare le forze politiche più piccole.
Riduzione delle firme per presentare le liste: una modifica che semplifica la partecipazione alle elezioni per nuovi gruppi politici, ma che in questo contesto sembra mirata a rendere più agevole l’appoggio alla maggioranza.
Obbligo di dimissioni per i sindaci candidati di piccoli comuni: un provvedimento che può impedire la rappresentanza diretta di questi territori, con effetti incerti sulla loro influenza politica regionale.
Questi cambiamenti, per quanto giustificati ufficialmente come miglioramenti organizzativi, sono visti da molti come tentativi di consolidare il potere dell’attuale maggioranza.
De Luca, Un Politico al Centro delle Polemiche
Questa controversa modifica alla legge elettorale si inserisce in un quadro già segnato da tensioni e polemiche attorno alla figura di De Luca, noto per il suo stile comunicativo diretto e talvolta provocatorio. La sua lunga carriera politica, caratterizzata da un forte controllo sul territorio campano, ha diviso l’opinione pubblica tra sostenitori, che apprezzano la sua gestione energica, e detrattori, che vedono in lui un ostacolo al ricambio generazionale e a una politica più trasparente.
Il caso del terzo mandato segna, secondo molti, una nuova tappa nella storia del potere in Campania, dove si teme che i diritti democratici e l’equilibrio istituzionale possano essere compromessi per mantenere una leadership che, pur efficiente in alcuni aspetti, rischia di trasformarsi in un regime consolidato.
Uno Sguardo al Futuro: Una Campania Senza Alternanza?
La possibilità di un terzo mandato per De Luca segna un precedente pericoloso nella politica italiana, alimentando il timore che una tale concentrazione di potere possa trasformare la Campania in un laboratorio politico dove il concetto stesso di alternanza viene ridotto a un’opzione secondaria.