DEF, Governo sotto: ecco gli assenteisti della destra

Una giornata a dir poco da dimenticare per il governo Meloni. Alla Camera dei deputati, infatti, è stata respinta la risoluzione di maggioranza che autorizzava lo scostamento di bilancio per 3,4 miliardi nel 2023 e 4,5 miliardi nel 2024. Un avvenimento che ha del clamoroso e per il quale si cercano ora i responsabili. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa è successo.

La maggioranza, in pratica, è finita sotto alla Camera sul Def (il famoso Documento di Economia e Finanza) tra lo stupore generale, in primis dai banchi dell’opposizione, che ha impiegato un po’ di tempo prima di realizzare quanto accaduto. In altre parole, non è passata la risoluzione del centrodestra sullo scostamento di bilancio: servivano almeno 201 voti a favore e ne sono arrivati soltanto 195. In totale sono 45 i deputati dei quattro gruppi di maggioranza che non erano presenti al voto sullo scostamento. Cerchiamo di capire chi non c’era oggi in Aula.

I numeri dei tabulati dicono che: 14 parlamentari di Fratelli d’Italia erano assenti (di cui 9 in missione), 15 della Lega (4 in missione) e 14 di Forza Italia (5 in missione). In percentuale sono state pesanti soprattutto le defezioni del partito di Silvio Berlusconi, con un terzo dei deputati che non ha votato. “Nessun segnale politico al governo, ci mancherebbe”, hanno precisato autorevoli fonti azzurre vicine al Cav. I malumori interni alla maggioranza però crescono, come testimonia lo sfogo a caldo del ministro Giancarlo Giorgetti: “I deputati non si rendono conto”. Una frase forte, che la dice lunga sul momento che sta passando il governo.

Tra gli assenti importanti spicca il nome di Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia in missione. Soltanto Francesco Maria Rubano ha però deciso di parlare apertamente: “Ero a Roma. Sono stato in conferenza stampa con il coordinatore nazionale nonché ministro degli Esteri Antonio Tajani per la presentazione della ‘due giorni’ di Forza Italia a Milano i primi di maggio. Mi sono recato in Aula – ha raccontato all’Adnkronos – ho preso regolarmente la scheda dai commessi, poi sono andato in bagno e non sono riuscito a raggiungere in tempo l’emiciclo. Sono arrivato, purtroppo, a operazioni di voto concluse” ha detto.

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