Durante l’intervista a Di Martedì, Alessandro Di Battista ha criticato duramente la politica estera e le scelte economiche del governo Meloni, esprimendo preoccupazione per la gestione delle politiche europee, la demografia e le questioni migratorie. L’ex deputato ha toccato vari temi, accusando il governo di non mantenere le promesse elettorali e di affrontare le problematiche del Paese in modo inadeguato.
Critiche alla politica europea del governo
Di Battista ha esordito puntando il dito contro il modo in cui Giorgia Meloni ha gestito le relazioni con l’Unione Europea. Secondo lui, la Presidente del Consiglio ha raccolto consensi promettendo un cambio di rotta verso l’Europa, dichiarandosi contraria all’austerità e alla tecnocrazia, ma in realtà ha seguito una linea più moderata e accomodante. Ha fatto notare che, sebbene Meloni e Salvini non abbiano votato per Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione Europea, lo hanno fatto solo quando era già chiaro che i loro voti non sarebbero stati determinanti. Di Battista ha poi criticato l’accettazione del nuovo Patto di Stabilità, giudicandolo peggiorativo rispetto al precedente e ancorato a regole di bilancio ormai superate, come quelle del Trattato di Maastricht del 1993. Secondo il giornalista, queste regole, sebbene pensate in un contesto storico completamente diverso, continuano a rappresentare la “spina dorsale” della politica economica europea, creando vincoli insostenibili per le economie degli Stati membri.
Di Battista ha poi affrontato il tema della crisi demografica in Italia, evidenziando il nuovo record negativo di nascite, con un calo del -3,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. A suo parere, il governo non ha adottato misure adeguate per invertire la tendenza, nonostante le promesse di Meloni di sostenere la famiglia, senza fare distinzioni tra famiglie tradizionali e famiglie arcobaleno. Ha sostenuto che l’invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida seria per il Paese, non solo in termini di pressione sul sistema sanitario, ma anche per la sostenibilità del sistema pensionistico. Ha criticato la recente reintroduzione di alcuni aspetti della legge Fornero, che il governo si era impegnato ad abolire, sottolineando che questo riflette l’incapacità di adottare politiche innovative per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana.
Il tema della sanità è stato un altro punto centrale dell’intervista. Di Battista ha accusato il governo di non avere un piano strutturale per migliorare i servizi sanitari e di destinare fondi insufficienti per risolvere i problemi esistenti. Ha sostenuto che i pochi miliardi in più previsti non bastano per affrontare le criticità di un sistema che richiede riforme radicali per rispondere alle necessità di una popolazione in costante invecchiamento.
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Questione migratoria e scontro tra politica e magistratura
Riguardo al tema dell’immigrazione, Di Battista ha criticato la gestione del governo, giudicando superficiale il dibattito sulle questioni migratorie e facendo riferimento al recente caso della nave che ha trasferito 16 migranti in Albania per poi riportarli in Italia. Ha sottolineato l’insensatezza di concentrarsi su questo episodio quando, nel primo anno di governo Meloni, sono arrivati oltre 150.000 migranti irregolari, un record assoluto. Sebbene quest’anno il numero di arrivi sia calato a circa 60.000, Di Battista ha definito “assurdo” il fatto che l’attenzione politica e mediatica sia focalizzata su un numero esiguo di persone.
Ha inoltre sottolineato che questa narrazione favorisce il governo, consentendo a Meloni di presentare la questione migratoria in termini di “scontro” tra politica e magistratura, accusando la giustizia di interferenze politiche. Secondo Di Battista, questa strategia serve a deviare l’attenzione dai problemi strutturali legati all’immigrazione, che il governo non è riuscito a risolvere.
Il diritto a non emigrare
Di Battista ha poi toccato un tema meno discusso, ma altrettanto rilevante: il diritto a non emigrare. Ha ricordato che, nei Paesi di origine dei migranti, ci sono movimenti politici che rivendicano il diritto dei cittadini a restare nella propria terra, senza essere costretti a fuggire per cercare migliori condizioni di vita. Ha esortato la sinistra italiana a parlare anche di questo aspetto, sottolineando che la questione migratoria non riguarda solo l’accoglienza, ma anche la possibilità di garantire condizioni di vita dignitose nei Paesi di provenienza.
Conclusione
L’intervento di Alessandro Di Battista ha sollevato diverse criticità nelle politiche del governo Meloni, sottolineando le contraddizioni tra le promesse elettorali e le azioni concrete. Ha evidenziato come la gestione dell’immigrazione, le politiche europee e la crisi demografica non siano state affrontate in modo adeguato, mettendo in luce le mancanze e le debolezze di un governo che, secondo lui, fatica a proporre soluzioni innovative. Le sue parole hanno voluto richiamare l’attenzione su questioni più profonde e strutturali, che vanno oltre la mera polemica politica, spingendo per un dibattito più ampio e concreto sulle sfide che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni. Di Battista ha auspicato un cambiamento di rotta, basato su politiche realmente orientate al bene comune e capaci di affrontare le difficoltà strutturali dell’Italia in modo più incisivo e risolutivo.
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