“La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Questa notizia dovrebbe spingere i nostri governanti – a cominciare dalla ‘donna, madre e cristiana’ e da Tajani – a prendere iniziative serie. Invece, ancora una volta, sceglieranno la vigliaccheria e la contiguità con lo Stato di Israele, uno stato guidato da volgarissimi assassini di bambini”.
Con queste parole, Alessandro Di Battista commenta la decisione storica della Corte Penale Internazionale (CPI), che ha emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Di Battista denuncia non solo i crimini imputati ai leader israeliani, ma anche l’inazione della comunità internazionale, accusata di complicità nei confronti di uno Stato responsabile di atrocità nei territori palestinesi.
I Mandati della Corte Penale Internazionale
La CPI, riconosciuta dal governo italiano, ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e Gallant con accuse di crimini di guerra e contro l’umanità. La decisione arriva dopo mesi di procedimenti legali che hanno respinto le contestazioni dello Stato di Israele. La Corte ha confermato la propria giurisdizione sui crimini commessi nei territori palestinesi, nonostante le obiezioni di Tel Aviv, e ha dichiarato il deterioramento della situazione umanitaria un fattore cruciale per l’urgenza dei mandati.
Secondo il procuratore della CPI, Karim Khan, le accuse includono attacchi indiscriminati contro civili, la distruzione di infrastrutture essenziali e la sistematica violazione dei diritti umani nei territori occupati. Netanyahu e Gallant sono accusati di aver ordinato operazioni militari che costituiscono crimini contro l’umanità, mentre Hamas è anch’esso nel mirino per atti che violano il diritto internazionale.
Le Dure Parole di Di Battista
Al centro del dibattito, Alessandro Di Battista sottolinea l’inadeguatezza della risposta politica italiana ed europea. “I nostri governi, pur riconoscendo formalmente la Corte Penale Internazionale, continuano a nascondersi dietro il silenzio diplomatico per non urtare Israele. Questa è complicità morale”, accusa. Le sue critiche si estendono ai leader italiani, come Giorgia Meloni e Antonio Tajani, colpevoli, secondo lui, di non prendere posizione davanti a crimini così gravi.
Di Battista, noto per le sue posizioni controcorrente, non si limita alla denuncia, ma invita i cittadini a riflettere e mobilitarsi. Il suo prossimo monologo teatrale, “Scomode verità: dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza”, che si terrà il 28 novembre a Modena, sarà un’occasione per approfondire questi temi e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica.
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Un Test per la Comunità Internazionale
La decisione della CPI rappresenta una sfida non solo per Israele, ma anche per la comunità internazionale. Se i mandati di arresto non verranno eseguiti, si rischia di compromettere l’autorità del tribunale e di inviare un messaggio di impunità ai leader mondiali. D’altro canto, il rispetto dei mandati potrebbe costituire un precedente storico, dimostrando che nessuno è al di sopra della legge.
In questo contesto, l’Italia e l’Europa devono decidere se schierarsi dalla parte della giustizia internazionale o continuare a mantenere rapporti di comodo con Israele. Come sottolineato da Di Battista, questa scelta avrà un peso morale e politico cruciale per il futuro della politica estera italiana.
IL POST DI DI BATTISTA:
“La Corte Penale Internazionale (organo riconosciuto dal governo italiano) ha emesso un mandato di arresto per Netanyahu e per l’ex-ministro Gallant. Vanno arrestati per crimini di guerra e per crimini contro l’umanità. Questa notizia dovrebbe spingere i nostri governanti (a cominciare dalla “donna, madre e cristiana” e da Tajani) a prendere iniziative serie. Invece, ancora una volta, sceglieranno la vigliaccheria e la contiguità con lo Stato di Israele, uno stato guidato da volgarissimi assassini di bambini.”
La questione è chiara: di fronte a una decisione senza precedenti, i governi occidentali dovranno dimostrare se hanno davvero il coraggio di difendere i valori universali di giustizia e umanità o se sceglieranno ancora una volta il silenzio.