Gianfranco Fini, figura di spicco della politica italiana e padre politico di Giorgia Meloni, ha sollevato l’importante questione della Bossi-Fini, la legge sull’immigrazione da lui co-firmata con Umberto Bossi, e la necessità di una revisione. Secondo Fini, il panorama internazionale è cambiato notevolmente dai giorni della sua promulgazione. Ora, il fenomeno migratorio coinvolge centinaia di migliaia di persone, spinto da importanti fattori economico-sociali. L’ex presidente della Camera suggerisce un approccio sovranazionale, simile a quello proposto nella sua legge originaria, con quote di ingresso regolari e una soluzione globale.
Fini avverte contro la politica basata sulla logica degli Stati nazionali, sottolineando che nessun paese può risolvere il problema da solo. L’approccio di blocchi navali e dichiarazioni elettorali, secondo lui, alimenta la xenofobia e il disagio sociale.
Fini elogia l’operato della premier Giorgia Meloni, che sta ottenendo risultati positivi nelle negoziazioni europee, e critica il tono da comizio elettorale di Matteo Salvini. L’ex politico apprezza l’appello di Antonio Tajani per un coinvolgimento globale, sottolineando che le risposte all’immigrazione devono essere sovranazionali e coordinate.
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In un momento in cui l’immigrazione rimane una questione cruciale per l’Europa, le parole di Gianfranco Fini richiamano l’attenzione sulla necessità di una strategia concertata e una visione a lungo termine per affrontare il fenomeno in modo equo ed efficace.
La legge Bossi-Fini, ufficialmente nota come “Legge 30 luglio 2002, n. 189,” è una delle leggi più significative in materia di immigrazione in Italia. Promulgata durante il governo di Silvio Berlusconi, questa legge porta i nomi di due importanti politici italiani: Umberto Bossi, leader della Lega Nord, e Gianfranco Fini, all’epoca leader di Alleanza Nazionale. La legge Bossi-Fini ha introdotto una serie di disposizioni chiave per regolare l’immigrazione in Italia. Ecco alcuni dei suoi principali punti:
Cosa prevede la legge Bossi-Fini
Permesso di Soggiorno: La legge ha stabilito che i cittadini stranieri che desiderano soggiornare in Italia devono ottenere un permesso di soggiorno. Questo documento è rilasciato in base a vari criteri, tra cui il lavoro, lo studio e la ricongiunzione familiare.
Lotta all’Immigrazione Irregolare: La Bossi-Fini ha introdotto misure più severe contro l’immigrazione irregolare, tra cui l’espulsione più rapida degli stranieri senza permesso di soggiorno valido.
Contratto di Lavoro: La legge ha stabilito che i cittadini stranieri che desiderano lavorare in Italia devono avere un contratto di lavoro. Questo contratto è una delle basi per ottenere il permesso di soggiorno.
Ricongiunzione Familiare: La Bossi-Fini ha regolamentato la ricongiunzione familiare, consentendo ai cittadini stranieri residenti legalmente in Italia di far venire i loro familiari nel paese.
Cittadinanza: La legge ha introdotto requisiti più rigorosi per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri. Questi requisiti includono una residenza legale di almeno dieci anni in Italia.
Lotta al Traffico di Esseri Umani: La Bossi-Fini ha introdotto disposizioni per combattere il traffico di esseri umani, punendo coloro che sfruttano gli immigrati in situazioni di lavoro precario o illegale.
Programma di Rimpatrio: La legge ha istituito programmi per il rimpatrio volontario degli stranieri che non soddisfano più i requisiti di soggiorno.
La legge Bossi-Fini ha suscitato un ampio dibattito in Italia e ha ricevuto critiche da parte di alcune organizzazioni per i diritti umani, che la ritengono troppo restrittiva. Allo stesso tempo, sostenitori della legge sostengono che sia stata necessaria per affrontare le sfide legate all’immigrazione in Italia. La legge continua a essere una parte importante del quadro normativo italiano sull’immigrazione e ha subito alcune modifiche nel corso degli anni per adeguarsi ai cambiamenti delle esigenze e delle circostanze.