Travaglio e Cacciari hanno commentato in diretta da Lilli Gruber le dimissioni improvvise di Vittorio Sgarbi da sottosegretario.
Travaglio e Cacciari hanno commentato in diretta da Lilli Gruber le dimissioni improvvise di Vittorio Sgarbi da sottosegretario. “L’argomento non mi entusiasma – premette Massimo Cacciari – ma se un pubblico amministratore, e in analogia un ministro o un sottosegretario, che si interessa di un argomento, che sia la filosofia o la storia dell’arte, durante il suo incarico va a fare una conferenza, invitato e con un compenso che dichiara, non vedo che cosa ci sia di male”. L’ex sindaco di Venezia spiazza tutti: “Francamente proprio non lo vedo se è questa la questione. Altra cosa è se io da sindaco andavo a inaugurare una fiera nel mio comune o in un altro comune e mi facevo pagare, perché quella è una funziona pubblica. Ma se io faccio una conferenza non posso farmi pagare? Ma scherziamo? Mi sembrerebbe una cosa di una illogicità totale!”, si scalda Cacciari.
Il botta e risposta da Gruber
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“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Marco Travaglio, direttore del Fatto che insieme a Report ha fatto partire le inchieste su Sgarbi, replica che di solito sono “gli ex politici” a farlo, con qualche eccezione come Matteo Renzi. Poi inizia a spiegare la norma che stabilisce limiti e condizioni in materia delle cariche di governo nello svolgimento del proprio incarico. Ossia che non possono esercitare “attività professionale di lavoro autonomo e materie connesse con la carica di governo di qualunque natura”. Insomma, ribadisce Travaglio, Sgarbi deve rispettare questa norma. “Ma si può dire che è una norma del cavolo?”, ribatte Cacciari che definisce il provvedimento una delle “norme tipiche italiane, non la condivido e mi pare totalmente assurda. Ma se faccio il sottosegretario e mi interesso di Platone e vado a parlare di Platone, ma che conflitto di interessi c’è se servi il tuo paese”?, chiosa il filosofo.
Durante un evento a Milano, Sgarbi ha ritirato gli auguri di morte precedentemente rivolti ai giornalisti, scusandosi per le sue parole e precisando che d’ora in poi esprimerà tali sentimenti senza le responsabilità di un sottosegretario. Ha sottolineato di non voler più ricoprire tale ruolo, distanziandosi dalla figura pubblica che aveva fino ad allora. La decisione di dimettersi è stata influenzata anche da una comunicazione dell’antitrust, che ha ricevuto segnalazioni anonime inviate dal ministro della Cultura. Queste segnalazioni indicavano una presunta incompatibilità di Sgarbi nel tenere conferenze, considerate illecite e in conflitto di interessi. Durante un discorso, Sgarbi ha dichiarato di volersi dimettere per evitare che il pubblico diventi complice di un reato, liberandosi così delle restrizioni del suo mandato per poter partecipare liberamente a trasmissioni televisive e conferenze.