Il 13 novembre 2024, lo studio di Tagadà, noto programma di approfondimento politico su La7 condotto da Tiziana Panella, è stato il teatro di un acceso confronto tra la giornalista e Giovanni Donzelli, esponente di punta di Fratelli d’Italia e responsabile nazionale del partito. La scintilla del dibattito è stata accesa da un servizio sugli scontri di Bologna, ma la discussione si è rapidamente trasformata in una riflessione più ampia su come i media affrontano le notizie politiche e sociali, con Donzelli che ha sollevato dubbi sull’imparzialità dell’informazione trasmessa dal canale televisivo.
La tensione è esplosa quando Donzelli ha chiesto, con evidente indignazione, perché il programma non mostrasse le immagini degli atti violenti attribuiti a manifestanti di sinistra che, secondo lui, avrebbero attaccato la polizia durante le proteste. “Scusi, ma le immagini dei violenti sinistra che caricano la polizia, non le mandate?” ha incalzato il deputato, mettendo in discussione le scelte editoriali di La7 e insinuando un possibile intento di censura o faziosità.
La replica della conduttrice non si è fatta attendere. Tiziana Panella, nota per il suo stile pacato ma fermo, ha risposto ricordando che il programma aveva già trattato gli eventi di Bologna il giorno precedente. “Le abbiamo raccontate ampiamente ieri,” ha ribattuto Panella, sottolineando che la trasmissione copre quotidianamente gli avvenimenti principali, e lasciando intendere che, da parte sua, non vi fosse alcuna volontà di occultare informazioni rilevanti. Tuttavia, la risposta della giornalista non ha placato Donzelli, che ha continuato con veemenza, enfatizzando il fatto che, secondo lui, il fulcro della notizia fosse la violenza perpetrata da alcuni manifestanti incappucciati che avevano affrontato la polizia a Bologna. “Per me la notizia è che c’era qualcuno incappucciato in piazza che ha attaccato violentemente la città di Bologna, offendendo e picchiando la polizia. Capisco che quelli appartengano all’album di famiglia della sinistra e che quindi qui se ne parli poco,” ha commentato in modo tagliente, mettendo in discussione la presunta imparzialità della rete televisiva.
A questo punto, Panella ha deciso di rispondere a tono: “Lei deve dare per scontato che, essendo noi in onda tutti i giorni, raccontiamo le cose quotidianamente,” ha affermato, difendendo il lavoro della sua redazione e ribadendo che il programma Tagadà non è solito distorcere o nascondere i fatti. Tuttavia, Donzelli ha proseguito con le sue critiche, insinuando che il programma non dedicasse sufficiente attenzione alla violenza di matrice politica che, a suo dire, sarebbe attribuibile alla sinistra, e minimizzando invece il “pericolo fascismo” di cui la stampa, sempre a suo dire, parlerebbe in modo sproporzionato.
La giornalista, mantenendo il controllo della situazione, ha allora preso la parola per chiarire il meccanismo di produzione televisiva, un ambito di cui Donzelli, come lei ha suggerito, avrebbe scarsa conoscenza: “Siccome c’è lei e il sindaco Lepore fa un’accusa precisa, io parto da lì. Nel frattempo la regia sta mandando le immagini. E non è che stanno passando perché le ha chieste lei,” ha precisato, aggiungendo: “Non so se conosce la televisione, ma per caricare un servizio (glielo dico io che invece la televisione la faccio) ci vuole un certo numero di minuti come minimo.”
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Le parole di Panella hanno chiaramente infastidito Donzelli, che ha replicato in modo ironico, affermando che, se fosse in suo potere, il palinsesto di La7 sarebbe gestito in maniera differente: “Se avessi il potere di fare i palinsesti di La7, sarebbero diversi. Ma non ho questo potere.” La sua dichiarazione, apparentemente dettata dall’esasperazione, riflette la visione del deputato meloniano, che sembrerebbe auspicare una programmazione più allineata alle sue idee e una copertura che dia maggiore visibilità a episodi di violenza da lui attribuiti a gruppi di sinistra. Tuttavia, Panella ha scelto di chiudere il confronto in modo netto e deciso: “Se stanno mandando le immagini è perché erano già caricate. Quindi, la critica se la riporta a casa,” ha chiosato, mettendo in chiaro che la sua redazione non risponde a pressioni esterne e segue una linea editoriale indipendente.
Lo scontro tra Donzelli e Panella non è un episodio isolato, ma si inserisce in un clima di tensione crescente tra il mondo politico e i media italiani. Da una parte, i rappresentanti di partiti politici – come Fratelli d’Italia – sollevano spesso critiche alla presunta faziosità dell’informazione, lamentando una scarsa rappresentazione delle loro istanze e un eccessivo spazio dedicato a temi come il pericolo del fascismo. Dall’altra, giornalisti e redazioni difendono con fermezza la loro autonomia e la libertà di scegliere i contenuti e l’approccio narrativo, sostenendo che l’obiettivo è sempre quello di offrire un’informazione il più possibile completa e variegata.
L’episodio rappresenta, in sostanza, un’ulteriore dimostrazione delle sfide che il sistema mediatico deve affrontare nel tentativo di mantenere un equilibrio tra informazione e sensibilità politiche. In un’epoca in cui la politica è sempre più polarizzata, anche i media si trovano frequentemente sotto attacco, accusati di schierarsi e di manipolare il racconto dei fatti a seconda degli interlocutori e delle forze politiche.
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