“È da criminali!” Gomez e De Masi reagiscono in diretta allo stop al Reddito di Cittadinanza – VIDEO

Si continua a parlare dello stop improvviso al Reddito di Cittadinanza. Il direttore del fattoquotidiano.it Peter Gomez si dice convinto che prima delle elezioni europee Giorgia Meloni farà qualcosa per accontentare l’opinione pubblica, sempre più favorevole al salario minimo legale. Secondo Domenico De Masi, invece, “La premier di sta dimostrando molto abile anche se contro i poveri è in atto una guerra incomprensibile”. Gomez incalza spiegando che chi rimane saldamente contrario al salario minimo è la Cisl: “Prima anche Cgil e Uil la pensavano così – dice De Masi -, la Cisl è un sindacato strano, non sta mai dove c’è la Cgil e fa una politica neoliberista, come lo è Forza Italia e in parte la Lega. Il fatto che sia un sindacato non vuol dire che sia di sinistra. La Cisl era d’accordo sul Jobs Act”.

Gomez poi propone a De Masi una riflessione sulla visione di centrodestra che vede nel basso costo del lavoro una delle motivazioni della tenuta della nostra economia, che rafforzerebbe la visione che vorrebbe i più poveri come beneficiari della maggior ricchezza dei più ricchi. De Masi spiega come mai questa visione è sbagliata: “La visione secondo cui le briciole cadono sui poveri non funziona. I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Se dici l’Italia va bene, bisogna chiedersi per chi, mica va bene per tutti. Questo mese va malissimo per gli occupabili, che non hanno un lavoro e non hanno una formazione ma gli si toglie il sussidio, questa è una cosa criminale”.

Per il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte l’abolizione improvvisa del Reddito di cittadinanza “è una guerra ideologica sulla pelle dei poveri”. L’ex premier in un’intervista a Repubblica dice che “lo stop al Reddito è una vendetta sul Movimento, si va verso un autunno caldo e sale la rabbia. Meloni rinvii”, aggiunge.

Ad avvelenare il clima tra maggioranza e opposizione resta anche la questione delle commissioni d’inchiesta, in particolare quella proposta da Fratelli d’Italia sull’operato dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico che, in onda su La7 sottolinea: “Sul reddito di cittadinanza abbiamo fermato 3 milioni di domande che non sono state pagate per circa 11 miliardi di euro, grazie a controlli preventivi e successivi con la Guardia di Finanza e i Carabinieri“. “Io sono molto tranquillo – ha detto Tridico – Durante la mia gestione ho istituito per la prima volta una direzione anti-frode che ha fatto in modo che le frodi fossero scoperte e fermate”.

In questo scenario non sembrano, peraltro, esserci passi in avanti nemmeno sul fronte del salario minimo. Se dovessero partire interlocuzioni in materia – si spiega da fonti di maggioranza – verrebbero comunque messe in calendario alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva.

La reazione di De Masi in diretta

Fonti parlamentari Pd affermano di aver “chiesto di fissare un incontro, di avviare il lavoro in Parlamento, ma nessuna disponibilità è finora arrivata dalla maggioranza sul salario minimo. Vedremo nei prossimi giorni”. Nel frattempo, viene assicurato, il Pd non resterà con le mani in mano, “ma costruirà una iniziativa politica che metta al centro una misura che ci metterebbe al passo con gli altri Paesi europei”.

Per Giuseppe Conte “il salario minimo è una nostra storica battaglia al pari del reddito di cittadinanza, il nostro merito è di avere imposto il tema nel dibattito pubblico e di essere riusciti nel miracolo di far convergere sul nostro testo sia dem che Calenda. Il rimpianto è di non essere riusciti a convincere prima gli altri partiti: avremmo potuto approvare già nel 2019 ma il processo richiesto tempo e abbiamo dovuto coinvolgere anche Cgil e Uil, assicurando i sindacati che la contrattazione collettiva ne uscirà rafforzata”, ha detto Conte a Repubblica.

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