Da qualche settimana, Marta Fascina non si vede più in Parlamento. Sarà forse l’effetto della calura estiva e dell’aria vacanziera, ma l’ex compagna di Silvio Berlusconi, dopo le elezioni europee, ha smesso di viaggiare da Milano a Roma per sedere al suo scranno a Montecitorio e partecipare alle votazioni sui provvedimenti del governo.
Il problema, però, è che la sua assenza non è passata inosservata. Negli ultimi due mesi, la Camera ha dovuto convertire ben nove decreti, un lavoro intenso che richiede la presenza e il contributo di ogni parlamentare. Ma Fascina ha scelto di non presentarsi, sollevando non poche critiche.
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Fino a poco tempo fa, il gruppo di Forza Italia alla Camera le concedeva una sorta di “giustificazione” che le permetteva di risultare assente senza perdere il diritto alla diaria, un compenso che ammonta a circa 1.200 euro al mese per ogni giorno di presenza. Tuttavia, questo trattamento di favore sembra essere giunto al termine: il gruppo ha deciso di revocare tale giustificazione, rendendo più difficile per Fascina mantenere la sua assenza senza conseguenze economiche.
La domanda che sorge spontanea è: cosa deve fare ora Marta Fascina? Deve dimettersi per non aver rispettato il suo mandato parlamentare o può continuare così? Il dibattito è aperto, e la sua decisione futura sarà sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica e del suo stesso partito. La responsabilità di rappresentare i cittadini non dovrebbe mai essere presa alla leggera, e ora più che mai, Marta Fascina dovrà fare i conti con le sue scelte.