Elena Basile, su Wikipedia sparisce la sua pagina: ecco perché

Su Wikipedia è sparita all’improvviso la pagina dedicata alla scrittrice ed ex ambasciatrice Elena Basile. Ecco il motivo.

“Spiacenti, questa pagina è stata cancellata”. Chi ha cercato di accedere alla pagina Wikipedia di Elena Basile si è trovato di fronte a questo messaggio, accompagnato da un elenco delle ultime modifiche apportate prima dell’eliminazione. Questa storia riguarda l’ex ambasciatrice Elena Basile, i cui punti di vista sulla situazione tra Israele e Palestina avevano già suscitato controversie nei giorni scorsi.

Basile eliminata da Wikipedia

Non è la prima volta che Wikipedia fa una cosa del genere. Lo aveva fatto anche con la strage di Odessa e con la figura di Stepan Bandera. Le posizioni di Elena Basile, va sottolineato, entrano in conflitto con la narrativa dominante, come “chi è contro Israele è antisemita“, “l’uso della forza è giustificato in risposta a un attacco” e “ci sono invasori e invasi”. Queste affermazioni trovano applicazione anche nel contesto israelo-palestinese, ma l’approccio di Basile non fa distinzioni tra le vittime, attribuendo responsabilità sia ad Hamas che al governo israeliano.

Elena Basile ha anche scritto articoli sulla guerra in Ucraina con lo pseudonimo di Ipazia. Va detto che il sindacato dei diplomatici ha chiarito la sua posizione. Dicono che la qualifica di “ex ambasciatrice” è imprecisa, in quanto Basile aveva raggiunto il grado di Ministro Plenipotenziario. Non era quindi mai stata promossa ad ambasciatrice, nonostante abbia svolto funzioni di capo missione in Svezia e Belgio.

Elena Basile si definisce “scrittrice di narrativa” sui social media ed ha pubblicato diversi romanzi. La sua presenza mediatica è emersa soprattutto in relazione al Medio Oriente e al conflitto in Ucraina. La sua partecipazione a un dibattito televisivo è culminata con la sua improvvisa uscita dallo studio di Piazzapulita giovedì sera, evidenziando la sua preoccupazione per la situazione a Gaza e le difficoltà nell’affrontare un dibattito polarizzato sul conflitto israelo-palestinese.

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