Torniamo a parlare di Marta Fascina, l’ultima compagna di Silvio Berlusconi. Al lascito da cento milioni previsto da Silvio Berlusconi per Marta Fascina contribuiranno in modo proporzionale i figli del Cavaliere. Gli eredi dell’ex premier hanno infatti deciso di accettare l’eredità senza beneficio di inventario. Un modo per non allungare le pratiche ma anche il segno della volontà di procedere a una successione serena anche rispetto all’ex quasi-moglie del padre.
Proprio Marta Fascina, rimasta con lui fino all’ultimo, dal giorno del funerale di Berlusconi ha scelto di rimanere ad Arcore in silenzio. L’unica uscita pubblica, lo scorso 8 agosto, allo stadio di Monza per partita contro il Milan nel trofeo intitolato al Cavaliere. Il riserbo è stato poi interrotto da una dichiarazione d’amore pubblicata sullo stato whatsapp e da un messaggio inviato lo scorso week end alla convention azzurra di Gaeta, la prima per Forza Italia dopo la scomparsa del fondatore.
In quell’occasione aveva mandato un messaggio agli elettori azzurri: “Avrei voluto essere lì con voi ma in me è ancora troppo forte il dolore per la tragica scomparsa dell’uomo che ho amato, che amo e che amerò per l’eternità, per poter partecipare con gioia e spensieratezza a un evento politico”. E poi lancia un proclama intriso di slogan berlusconiani: “Sognate un’Italia più moderna, più efficiente, più veloce, più verde, più digitale, un’Italia più a misura di un giovane del terzo millennio, un’Italia più orgogliosa della propria storia, della propria identità, della propria bandiera, dei propri simboli. Un’Italia libera dall’oppressione fiscale, libera dall’oppressione burocratica, libera dall’oppressione giudiziaria”. Piccole sortite in un’estate di quiete, trascorsa a Villa San Martino. Facile quindi prevedere che anche stavolta non parlerà, anche se da qualche fedelissimo filtra la contentezza per la decisione dei figli del Cavaliere di rispettare la volontà paterna sul lascito, segno degli «ottimi rapporti» con loro.
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Chiusa la questione legata al lascito e trascorsa l’estate, ci si domanda però quale sarà il futuro di Fascina. Da un lato, resta deputata di Forza Italia, seppur a Montecitorio nei mesi scorsi si sia vista poco, anche perché – prima della sua scomparsa – lei di fatto stava sempre al fianco di Berlusconi. Dall’altro, se all’inizio si era a molto speculato su un suo futuro politico, con il tempo le voci di una sua discesa in campo sembrano sempre più affievolite, così come quelle di impegni imprenditoriali effettivi nelle aziende targate Berlusconi. Per il momento Fascina sembra solo aver scelto, legittimamente, di restare in ombra.
Ma torniamo al testamento di Berlusconi: dopo l’annuncio ufficiale dell’accettazione dell’eredità, si passerà alla vera e propria divisione delle quote e anche alla distribuzione dei lasciti. Come stabilito nel testamento di Berlusconi (nella parte che era già stata decisa nel 2006), ai figli Marina e Pier Silvio andrà la maggioranza di Fininvest, in due parti uguali che sommate faranno il 53% delle azioni. Gli altri tre figli insieme arriveranno al 47%.
Fascina e il testamento di Silvio Berlusconi
Per quanto riguarda i lasciti, invece, le cifre sono quelle che erano state annunciate a luglio: alla compagna Marta Fascina e al fratello Paolo andranno 100 milioni di euro ciascuno, mentre per l’amico Marcello Dell’Utri saranno messi da parte 30 milioni di euro. È ancora da definire se le pagherà anche Luigi, non citato in quella parte del testamento, o se il figlio minore pretenderà di far valere il suo diritto legale a non versare i soldi a Fascina, Dell’Utri e allo zio Paolo.
Una questione apparentemente problematica era quella delle ville di Berlusconi, che non possono essere divise semplicemente come delle azioni finanziarie. In molti casi, il problema viene risolto semplicemente perché le ville in questione fanno riferimento a un’azienda immobiliare, Dolcedrago. Sarà sufficiente, quindi, suddividere le azioni di quest’ultima. Gli immobili rimanenti, però, hanno un valore stimato che potrebbe raggiungere i 700 milioni di euro, e a questi si sommano tutti gli altri beni, come le barche e le opere d’arte. Quindi, l’accordo tra fratelli servirà anche per mettersi d’accordo privatamente su questioni come queste senza ricorrere a un inventario e a contenziosi più lunghi.