Oggi si è svolta in Italia la prima prova scritta degli esami di maturità. Molti studenti sono chiamati a dare il massimo per terminare nel migliore dei modi il percorso scolastico delle superiori. C’è stata però una piccola polemica che ha coinvolto una delle tracce del tema e che riguarda un ex ministro della Repubblica Italiana. Scopriamo chi è e perché c’è una traccia che lo riguarda.
È successo tutto in sei ore tra l’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il suo successore Giuseppe Valditara, le stesse in cui i 560mila maturandi erano impegnati con la prima prova. Quel tema di italiano che tra le sette tracce proposte dal ministero ne ha vista una dedicata proprio all’ex responsabile della Scuola.
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Agli studenti si chiedeva di commentare una lettera aperta indirizzata due anni fa a Bianchi in cui un gruppo di accademici gli chiedeva di proporre un “esame serio e non una burla”. Scelta che l’ex ministro non ha gradito affatto: “L’ho trovato inaudito e offensivo nei miei confronti e nei confronti dei ragazzi e delle famiglie. Di una sconcezza e scorrettezza infinite. Un attacco diretto nei miei confronti senza motivo. Non ci vedo nemmeno un pensiero politico, ma solo l’incapacità di cogliere il senso e il valore di quanto accaduto in questi anni”, spiegava in mattinata a Repubblica l’ex ministro.
Una decisione, aveva aggiunto, “anomala, provocatoria e totalmente fuori luogo. Ci si può confrontare, avere idee diverse ma ci si confronta a viso aperto, non in questa maniera. La traccia è scritta in modo tale da far passare me come una burletta, cosa che non sono stato. La trovo pretestuosa dal punto di vista politico, perché vuole colpire tutti quelli che hanno lavorato per il bene della scuola. Ed è stato fatto un errore anche dal punto di vista educativo”.
Lo sbaglio, secondo Bianchi, consiste “nel far commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato nel dicembre del 2021 con una frase che dice ‘abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…. ‘. Frase poi smentita dai fatti visto che l’anno successivo gli scritti furono reintrodotti. Ma ci vogliamo attenere ai fatti? – si chiedeva Bianchi – Gli esami di Maturità senza la prova scritta sono quelli al tempo del Covid e poi siamo stati noi a ripristinarla”.
Maturità, la telefonata Bianchi-Valditara
Ore dopo lo sfogo di Bianchi, l’attuale ministro Valditara ha deciso di chiamare il suo collega: “Non vi era alcun intento polemico né di carattere politico”, hanno spiegato fonti del ministero. Una chiamata che si è chiusa cordialmente, tanto che Bianchi, sbollita la rabbia, racconta: “Ringrazio i tanti che in queste ore mi hanno espresso la loro amicizia e ringrazio il ministro Valditara per la cordiale telefonata con cui mi ha espresso la sua stima ed il suo riconoscimento del lavoro svolto per riportare tutti i ragazzi e ragazze a scuola dopo la drammatica interruzione del Covid, permettendo loro di sostenere nel 2022 l’esame di maturità nella pienezza delle prove scritte ed orali”.
A due anni di distanza l’ex ministro non si dice affatto pentito della scelta del 2021, quella di evitare agli studenti gli scritti: “Io mi sono insediato nel febbraio del 2021, in piena epoca pandemica. Dovevamo riuscire a concludere l’anno, trovare il modo di riportare i ragazzi a scuola – cosa che poi abbiamo fatto -, e garantire a tutti gli studenti una valutazione delle attività perché sono profondamente convinto che sia necessaria una giusta articolazione dei giudizi e dei valori. L’alternativa nel 2021 sarebbe stata eliminare gli esami, non far chiudere un ciclo ai ragazzi, un ciclo – ricordiamolo – segnato da una emergenza senza precedenti e ancora impresso nelle loro e nelle nostre vite. E invece abbiamo optato comunque per un esame seppur senza scritti”.
La stessa scelta che ha fatto il ministro Valditara quest’anno rispetto agli studenti alluvionati dell’Emilia Romagna. “Esattamente – spiegava il ministro – E, pur con alcune critiche, non mi verrebbe mai in mente di sottolineare che ha scelto un esame burletta”.