Europarlamento in Rivolta: Deputati Cantano… Dopo il Discorso di Orban. Cosa sta succedendo, Video shock

Il Parlamento Europeo ha vissuto una delle sue sessioni più accese degli ultimi anni durante il discorso del primo ministro ungherese Viktor Orban. L’intervento, atteso come un momento di confronto sulle priorità della presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea, si è presto trasformato in un acceso scontro politico che ha visto protagonisti non solo Orban, ma anche numerosi eurodeputati di sinistra e verdi, oltre alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

Al termine del discorso di Orban, un gruppo di eurodeputati appartenenti alla Sinistra (The Left), sostenuto da altri colleghi socialisti e verdi, ha scelto di manifestare la propria contrarietà intonando il celebre canto partigiano “Bella Ciao”. Questo gesto, chiaramente simbolico, ha voluto esprimere dissenso contro le politiche di Orban, considerate da molti anti-democratiche e contrarie ai valori fondanti dell’Unione Europea. Il canto ha risuonato nell’aula, accolto dagli applausi di vari deputati, ma è stato interrotto dall’intervento della presidente del Parlamento, Roberta Metsola, che ha cercato di riportare l’ordine con un tocco di ironia: “Non siamo all’Eurovision…”, ha detto sorridendo, invitando i colleghi a calmarsi.

Una Plenaria Surriscaldata: Proteste Dentro e Fuori l’Aula
Il discorso di Orban, che avrebbe dovuto concentrarsi su questioni legate alla presidenza ungherese del Consiglio dell’UE, è stato invece caratterizzato da toni polemici su diversi fronti. Già prima del suo intervento, al di fuori dell’aula di Strasburgo, un gruppo di eurodeputati socialdemocratici, liberali e verdi aveva organizzato una manifestazione pacifica, esponendo cartelli con la scritta “Democratici contro autocrati”, un chiaro riferimento al crescente autoritarismo attribuito al regime di Orban.

Una delle principali fonti di tensione durante la sessione è stata la totale assenza di riferimenti alla guerra in Ucraina nel discorso di Orban. Questo ha scatenato la dura replica della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha accusato il premier ungherese di aprire le porte a Russia e Cina, criticando implicitamente l’Ucraina per la guerra in corso. “La vostra politica sta agevolando l’ingresso di influenze russe e cinesi in Europa, mettendo a rischio la stabilità e la sicurezza del nostro continente”, ha dichiarato von der Leyen.

La Replica di Orban: Attacchi Personali e Difesa della Sovranità Ungherese
Orban, noto per il suo stile provocatorio, non ha evitato di rispondere a tono. Durante la sua replica ha rigettato le accuse della Commissione, affermando che la strategia dell’Unione Europea in Ucraina è fallimentare. “In Ungheria c’è un detto che dice: ‘Se vuoi vincere, devi prima avere il coraggio di ammettere che stai perdendo’. Ed è esattamente ciò che sta accadendo in Ucraina. Stiamo perdendo, ma voi vi rifiutate di riconoscerlo”, ha tuonato Orban, aggiungendo che l’UE, sotto la guida di von der Leyen, ha scelto una strategia “sbagliata” basata su “dati falsati”. Orban ha poi invocato la necessità di una svolta diplomatica, chiedendo una maggiore comunicazione con le parti in conflitto.

Il premier ungherese ha anche approfittato dell’occasione per difendere la politica energetica del suo governo, accusando l’UE di ipocrisia. “Mentre accusate l’Ungheria di comprare energia dalla Russia, le aziende europee acquistano miliardi di dollari di petrolio raffinato dall’India e dalla Turchia, eludendo le sanzioni contro Mosca. Chi è il vero ipocrita?”, ha dichiarato Orban, provocando nuove tensioni nell’aula.

Corruzione, Diritti Civili e Relazioni con Mosca: Temi Caldi del Dibattito
Un altro tema di forte discussione è stato lo stato di diritto in Ungheria, con vari deputati che hanno denunciato la situazione di crescente autoritarismo nel Paese. L’Ungheria è stata ripetutamente accusata di corruzione, erosione della libertà di stampa e attacchi contro l’indipendenza della magistratura, elementi che stanno spingendo l’UE a congelare i fondi destinati al Paese.

Orban ha respinto con fermezza queste accuse, ribadendo che il suo governo è vittima di una campagna diffamatoria orchestrata dalla sinistra europea e dall’opposizione ungherese. Durante il suo intervento ha anche attaccato personalmente alcuni deputati, tra cui l’italiana Ilaria Salis, eletta a giugno 2024, accusata da Orban di aver preso parte ad azioni violente a Budapest. “Trovo assurdo che qualcuno come Ilaria Salis, coinvolta in atti di violenza a Budapest, venga qui a parlarmi di Stato di diritto”, ha dichiarato Orban, riferendosi a un processo penale pendente contro Salis in Ungheria.

L’eurodeputata Salis, che aveva parlato poco prima in aula, aveva criticato duramente il governo ungherese, definendolo un “regime illiberale e oligarca” con l’obiettivo di smantellare l’Unione Europea. “L’Europa unita è nata dalle ceneri del nazifascismo. È paradossale che oggi la presidenza dell’UE sia guidata da qualcuno che vuole distruggere tutto questo in nome del nazionalismo”, ha affermato Salis, suscitando la dura reazione di Orban.

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Il Futuro delle Relazioni tra Ungheria e Bruxelles
Le divergenze tra Bruxelles e Budapest sembrano sempre più profonde, con il premier ungherese che continua a difendere la sua visione sovranista e la sua idea di “famiglia tradizionale” contro le pressioni dell’UE per una maggiore inclusività e rispetto dei diritti civili. Orban ha chiaramente indicato che l’Ungheria non ha intenzione di cedere su questi temi, sottolineando che la sua Costituzione difende il diritto del Paese a decidere in merito alla struttura della famiglia, definita esclusivamente come l’unione tra un uomo e una donna.

La sessione ha evidenziato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto le distanze tra l’Ungheria e l’Unione Europea siano ormai quasi incolmabili. Il premier ungherese sembra determinato a proseguire sulla sua strada, difendendo quello che considera il diritto del suo Paese a mantenere la propria sovranità nazionale e le sue specificità culturali, anche a costo di isolarsi ulteriormente nel contesto europeo.

In conclusione, il dibattito ha confermato quanto le posizioni di Viktor Orban siano distanti dai principi che Bruxelles cerca di promuovere all’interno dell’Unione Europea. Il gesto simbolico del canto “Bella Ciao” da parte dei deputati della Sinistra sottolinea una frattura profonda che difficilmente sarà sanata nel breve periodo, e che anzi potrebbe acuire ulteriormente le tensioni tra Budapest e il resto dell’Unione.
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