Le recenti dichiarazioni di Vittorio Feltri, noto direttore editoriale de Il Giornale e consigliere regionale per Fratelli d’Italia, hanno scatenato una bufera politica e sociale. Durante un’intervista alla trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24, Feltri ha espresso posizioni gravemente offensive e discriminatorie, definendo i musulmani “razze inferiori” e affermando che “agli extracomunitari sparerei in bocca”. Le parole, che hanno suscitato sdegno e critiche bipartisan, rappresentano un nuovo apice di controversia per una figura che non è nuova a commenti divisivi.
Le Parole Incriminanti
Feltri ha pronunciato queste frasi in un contesto di discussione sulla morte di Ramy Elgaml, il giovane deceduto durante un inseguimento con i carabinieri nel quartiere Corvetto di Milano, e sulle conseguenti rivolte nella zona. Oltre a giustificare l’operato delle forze dell’ordine, Feltri ha affermato di essere pronto a sostenere le spese legali del carabiniere coinvolto nell’incidente, ribadendo il suo disprezzo per le periferie e gli immigrati. “Non mi piacciono le periferie: sono brutte, caotiche e piene di extracomunitari che non sopporto. Basta guardarli per capire cosa combinano a Milano”, ha dichiarato.
Reazioni Politiche e Sociali
Il Partito Democratico e l’Ucoii Condannano
Il segretario milanese del Partito Democratico, Alessandro Capelli, ha chiesto le immediate dimissioni di Feltri dal consiglio regionale della Lombardia e un atto di scuse pubbliche. “Milano è una città aperta e inclusiva”, ha detto Capelli, aggiungendo che le parole di Feltri “alimentano odio e violenza, minando il tessuto sociale della città”. Ha anche sottolineato il contrasto tra le parole di Feltri e l’atteggiamento dignitoso del padre di Ramy Elgaml, che ha lanciato messaggi di pace e responsabilità nel momento di maggiore dolore.
Similmente, l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (Ucoii) ha rilasciato una nota definendo le dichiarazioni “di una gravità inaudita”. L’Ucoii ha espresso preoccupazione per il rischio di legittimare atti di violenza contro i musulmani e i luoghi di culto, chiedendo un intervento immediato della presidente del Consiglio Giorgia Meloni per ottenere le dimissioni di Feltri da ogni incarico istituzionale.
Fratelli d’Italia: Critiche Interna al Partito
Le parole di Feltri hanno suscitato reazioni critiche anche tra i colleghi di partito. I consiglieri regionali Maira Cacucci e Matteo Forte, appartenenti a Fratelli d’Italia, hanno preso le distanze definendo le dichiarazioni “inaccettabili e irresponsabili”. Pur ribadendo l’impegno del partito nel garantire sicurezza e integrazione, i due consiglieri hanno sottolineato come sia necessario, soprattutto da chi ricopre ruoli istituzionali, mantenere un linguaggio che non alimenti tensioni sociali.
“Non possiamo più chiudere un occhio di fronte a espressioni così gravi”, hanno affermato. La loro condanna rappresenta una spaccatura significativa all’interno del partito, che si trova a dover gestire l’imbarazzo di avere tra i suoi rappresentanti una figura così polarizzante.
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Le Richieste di Dimissioni
Pierfrancesco Majorino, consigliere regionale del Pd, ha chiesto che anche il governatore lombardo Attilio Fontana e la premier Giorgia Meloni prendano una posizione chiara. “Il loro silenzio sarebbe una complicità imperdonabile”, ha dichiarato Majorino, esortando i leader di centrodestra a condannare apertamente le affermazioni di Feltri e a rimuoverlo da incarichi pubblici.
Un Clima di Tensione Sociale
Le frasi di Feltri arrivano in un momento di particolare sensibilità per Milano. Le rivolte nel quartiere Corvetto hanno già evidenziato un clima di tensione nelle periferie, amplificato dalle difficoltà di integrazione e dalle disparità economiche. Le parole del consigliere regionale rischiano di esasperare ulteriormente questa situazione, alimentando divisioni e sentimenti di odio.
Conclusioni
Le dichiarazioni di Vittorio Feltri rappresentano un caso emblematico di quanto il linguaggio di figure pubbliche possa influire negativamente sulla coesione sociale. Mentre da un lato emergono appelli alla responsabilità e alla tolleranza, dall’altro cresce l’indignazione per l’incapacità delle istituzioni di prendere provvedimenti chiari contro chi diffonde messaggi di odio. Il dibattito rimane aperto, con una domanda cruciale sul tavolo: fino a che punto è possibile tollerare certe affermazioni in una società democratica e inclusiva?
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