Femminicidi, l’attore Edoardo Leo smonta Valditara e il destrorso Giubilei. IL VIDEO EPICO IN DIRETTA

Nella puntata del 19 novembre di L’Aria che Tira su La7, il celebre attore e regista Edoardo Leo ha acceso un acceso dibattito con Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura, in merito alle controverse affermazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Al centro della discussione, le dichiarazioni del ministro rilasciate durante l’inaugurazione della Fondazione Cecchettin, che hanno attirato critiche per la loro inadeguatezza e il tentativo di spostare l’attenzione sul patriarcato islamico.

Leo, reduce dal lancio del suo ultimo film Non sono quello che sono, una reinterpretazione moderna di Otello, ha deciso di affrontare pubblicamente il tema del femminicidio in Italia, utilizzando dati inconfutabili forniti dal Ministero dell’Interno: nel 2023, il 93,9% dei femminicidi è stato commesso da uomini italiani. Questi numeri, ha sottolineato Leo, non possono essere sminuiti o reinterpretati. “Se un ministro dà un dato sbagliato, è sbagliato. Punto. Non è un’opinione personale, sono dati ufficiali”, ha dichiarato.

La questione del patriarcato e l’inadeguatezza delle narrazioni

Giubilei, nel tentativo di ridimensionare l’impatto del patriarcato in Italia, ha sottolineato che nelle società islamiche il problema sarebbe “molto più grave”. Tuttavia, Edoardo Leo ha contestato con fermezza questa narrazione, ribadendo che il problema non è “un confronto culturale”, ma un dato radicato nella realtà italiana. “Dire che il patriarcato non esiste in Italia è come negare i numeri. Non stiamo parlando di opinioni politiche, ma di fatti”, ha affermato il regista.

La tensione tra i due è salita ulteriormente quando Giubilei ha tentato di giustificare le differenze statistiche citando la proporzione di immigrati rispetto alla popolazione italiana. Leo, visibilmente scettico, ha sottolineato come questo tipo di argomentazioni cerchi di deviare il discorso dalle responsabilità interne: “Dire che il patriarcato è altrove e che qui è un problema marginale non è solo sbagliato, è pericoloso.”

L’attacco al sistema educativo e la “cancel culture”

Il dibattito ha toccato anche il tema dell’educazione e del ruolo della scuola nella società moderna. Giubilei ha criticato quello che ha definito “un tentativo di sovvertire la centralità della scuola e della famiglia” nell’educazione dei giovani, attribuendo la responsabilità a correnti di pensiero come il politicamente corretto e la cultura woke.

Leo ha immediatamente replicato, chiedendo chi fossero concretamente i responsabili di questo “sovvertimento”. Di fronte all’affermazione di Giubilei che indicava professori universitari e associazioni, Leo ha ironizzato: “Quindi sempre la scuola? Ma allora stiamo attaccando chi dovrebbe essere il fulcro dell’educazione.”

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La tragedia del femminicidio in Italia: un’emergenza ignorata

Leo ha inoltre ricordato come, durante il tour di presentazione del suo film nelle università italiane, siano emersi dati ancora più allarmanti: in sole due settimane, cinque giovani donne italiane sotto i 30 anni sono state uccise dai loro compagni o fidanzati. “Non possiamo continuare a ignorare questa emergenza. La realtà è che il patriarcato uccide e non possiamo permetterci di minimizzare o distrarre l’attenzione da ciò che accade nel nostro Paese.”

Il regista ha poi criticato Valditara per aver spostato il focus della Fondazione Cecchettin su temi estranei, distogliendo l’attenzione dal dramma delle violenze di genere in Italia.

Conclusioni: quando i dati parlano, il dibattito non può ignorarli

L’intervento di Edoardo Leo ha rappresentato un forte richiamo alla responsabilità: i numeri sul femminicidio in Italia sono chiari e non lasciano spazio a interpretazioni di comodo. Le sue parole hanno evidenziato l’inadeguatezza di una narrativa che, invece di affrontare il problema, cerca di attribuirlo a cause esterne.

In un Paese in cui le statistiche parlano di una vera e propria emergenza femminicidio, le parole di Edoardo Leo suonano come una chiamata collettiva all’azione. Non si tratta di colpevolizzare l’intera società, ma di riconoscere che il patriarcato non è un problema “degli altri”, bensì una realtà strutturale che va affrontata con dati, consapevolezza e interventi concreti.
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