Ci sono importanti novità che riguardano il caso del figlio di Ignazio La Russa. Come già vi avevamo anticipato, il 19enne Leonardo La Russa è stato denunciato per stupro da una ragazza di 22 anni. Oggi ha parlato il papà di quella ragazza, sentite cosa ha detto: «Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita. Spero che chi deve indagare e giudicare sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre». Dopo il clamore provocato dall’iscrizione nel registro degli indagati per violenza sessuale di Leonardo La Russa, il padre della ragazza decide di rompere il silenzio che lui e la famiglia si sono imposti a tutela della figlia.
Nei giorni scorsi l’altro padre – il presidente del Senato Ignazio La Russa – aveva “assolto” suo figlio ventunenne da ogni accusa. «Dopo averlo a lungo interrogato – aveva detto – ho la certezza che Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante». Ora, senza alcun riferimento alle parole della seconda carica dello Stato, il padre della ventiduenne che ha sporto denuncia chiede che si faccia piena luce sui fatti della notte del 18 maggio scorso. «Non ho dubbi su quello che racconta – dice ancora -. Da quella notte, mia figlia è devastata».
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Proprio per ricostruire momento per momento i fatti oggetto della denuncia depositata dall’avvocato Stefano Benvenuto, nei prossimi giorni la ragazza sarà convocata in procura. Davanti al procuratore aggiunto Letizia Mannella, al pm Rosaria Stagnaro e al capo della squadra mobile Marco Calì, dovrà recuperare ricordi per lei dolorosi.
Cominciando dall’incontro casuale con Leonardo nella piccola sala dell’Apophis club, a pochi metri dal Duomo. Dopo essersi salutati, i due bevono qualcosa e iniziano a ballare. Poi la ragazza dice di aver perso i sensi e di essersi risvegliata il mattino dopo a casa della famiglia La Russa. Si ritrova nuda e confusa nel letto, accanto c’è l’amico incontrato la sera prima. Ma non ricorda come sia finita lì e chiede spiegazioni. Leonardo le dice di essere «tornati a casa dalla discoteca» e «di aver avuto un rapporto sessuale consensuale». Lei capisce di essere a casa dei La Russa perché a un certo punto vede il presidente del Senato. È da poco passato mezzogiorno. «Ignazio La Russa – scrive nella denuncia – si è affacciato in camera e, vedendomi nel letto, è andato via».
Poco dopo, frastornata e impaurita, chiede i vestiti, rimasti al piano di sotto, e dice di voler andare via. Ma prima, si legge nella sua ricostruzione, «Leonardo mi disse “pretendo un bacio, se no non ti faccio uscire”». Negli attimi successivi al risveglio, la ventiduenne scrive più volte all’amica con cui era all’Apophis. «Perché mi hai lasciato sola?». «Penso ti abbia drogata. Stavi benissimo finché non hai bevuto il drink. Scappa via!», risponde l’altra. «Aiutami!», scrive ancora la ventiduenne.
La ragazza dovrà precisare orari, spostamenti in città, persone incontrate quella sera tra la folla dell’esclusivo locale, ma anche a casa di La Russa. Come il dj, ospite di Leonardo insieme a un altro amico comune. Verranno sentiti anche l’amica con cui era nel locale e altri avventori. E già si cercano elementi utili in telecamere, utenze e celle telefoniche. «È pacifico che trascorrere la serata insieme e andare a casa di La Russa è stata una scelta condivisa – ribadisce il legale di La Russa, Adriano Bazzoni -. La denuncia è fumosa».
Una volta a casa la ventiduenne decide con la madre di recarsi al centro Antiviolenze della clinica Mangiagalli, dove le vengono refertate un’ecchimosi, una leggera ferita a una gamba, positività a cocaina e cannabis. Riscontrate nel sangue anche tracce di benzodiazepine, ma saranno necessari ulteriori esami per capire se la presenza di questa sostanza sia dovuta all’uso abituale di tranquillanti che la stessa giovane ha ammesso, o a sostanze stordenti sciolte nei cocktail. Gli esami devono verificare anche se quanto ingerito autonomamente dalla giovane possa averle provocato la perdita di sensi. «Le nostre indagini sono ancora in corso – dice l’avvocato Benvenuto -. Stiamo lavorando per capire se ci sono altre persone coinvolte nei fatti di quella notte».