Sono usciti i dati parziali che riguardano le donazioni del 5×1000 ai partiti italiani. C’è il Pd che si conferma in testa alla classifica, incassando 5,7 milioni di euro. FdI che prosegue la sua ascesa ricevendo una cifra mai vista (3,3 milioni). Poi c’è il Movimento 5 Stelle, che per la prima volta infrange il tabù dei finanziamenti pubblici: arriveranno 1,4 milioni, ma è interessante vedere come queste donazioni arrivino dalle fasce meno abbienti della popolazione, segno che il M5S continua ad essere l’unico partito che parla ai poveri.
E infine, a ruota, Italia viva che batte con ampio margine Azione, gli ormai ex compagni di tandem. Sono le cifre chiave di quanto i partiti incasseranno grazie al 2 per mille nel 2023 (in base ai redditi 2022). Si tratta di dati ancora parziali, in quanto aggiornati al 30 agosto 2023 e che saliranno ancora un po’, anticipate dal Corriere della Sera.
Numeri importanti, perché, specie con l’avvicinarsi delle elezioni europee, sono un ottimo termometro per misurare quanto è solido il rapporto tra ogni partito e la propria «base» di riferimento. Un parametro, quest’ultimo, in cui il Partito democratico si conferma leader indiscusso: oltre 419 mila italiani hanno infatti scelto di donare il proprio 2 per mille al Nazareno, che l’anno scorso aveva incassato 7,3 milioni (ma il dato 2023 di 5,4 milioni è ancora parziale, perché, come per tutti gli altri partiti, andranno sommate ancora le – seppure poche – dichiarazioni dei redditi di settembre, ottobre e novembre).
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Fratelli d’Italia rimane al secondo posto e conferma la crescita: il partito della premier Giorgia Meloni è stato scelto, per ora, da 267 mila contribuenti. Il M5S, all’esordio in questa competizione, sale direttamente sul podio. Il leader Giuseppe Conte, da tempo alle prese con conti per niente floridi specie dopo il crollo delle restituzioni da parte dei propri parlamentari, aveva strategicamente trasformato i Cinque stelle da movimento a partito vero e proprio, in modo da incassare i proventi del 2 per mille. Una svolta identitaria mica da poco, quest’ultima, perché chiude definitivamente l’era grillina del «no» radicale ai finanziamenti pubblici alla politica: oltre 139 mila contribuenti hanno deciso di sostenere la formazione dell’ex premier, con quasi un milione e mezzo di euro. Il M5S è il partito votato dai meno abbienti, visto che ogni donatore ha versato solo circa 10 euro attraverso il 2 per mille.
Al quarto posto, a sorpresa, c’è Italia viva. Il partito di Matteo Renzi ha incassato finora 707 mila euro, grazie alla scelta di 43 mila elettori. Nella competizione al «centro» si tratta di due dati politicamente rilevanti, perché i renziani ricevono oltre 150 mila euro in più di Azione, indicato da 26 mila contribuenti. L’anno scorso, il partito di Carlo Calenda aveva incassato oltre 1,2 milioni, attestandosi al terzo posto, mentre quest’anno è (provvisoriamente) all’ottavo. Azione si conferma il partito votato dai più ricchi, con quasi 21 euro di gettito pro-capite.
Il M5S è l'unico partito votato dai meno abbienti
In questa speciale classifica ci sono anche due «Leghe». La prima, al quinto posto, è quella di «Lega per Matteo Salvini premier», che finora ha raccolto 670 mila euro grazie a circa 65 mila donatori. E poi (12esima) c’è ancora la «Lega Nord per l’indipendenza della Padania» con 254 mila euro da 22 mila elettori. Forza Italia, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, è all’11esimo posto: 291 mila euro incassati da soli 22 mila elettori. Buone le performance sulla sponda politica opposta: Sinistra italiana è sesta con 582 mila euro; Europa verde a ruota con 563 mila; +Europa è nona con 442 mila euro; seguita da Articolo 1 con 390 mila euro.
Ecco la classifica dei finanziamenti:
2×1000 ai partiti, i dati parziali anticipati dal Corriere:
– PD: €5,7 mln
– FDI: €3.3 mln
– M5S: €1,4 mln
– IV: €707mila
– Lega Salvini: €670mila
– SI: €582mila
– EV: €563mila
– Azione: 550mila
– PiùEuropa: €442mila
– FI: €291mila
– ArticoloUno: €390mila
– LegaNord: €254mila