Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è al centro di una nuova polemica dopo la sua performance durante una cena in masseria da Bruno Vespa in Puglia. L’evento, che avrebbe dovuto celebrare l’approvazione della legge che abolisce l’abuso d’ufficio, si è trasformato in un vero e proprio show, con Nordio che ha confessato apertamente di apprezzare il vino, paragonandosi a Winston Churchill.
Un Dibattito Animato dal Vino
Durante la cena, Nordio ha scherzato sul consumo di alcol: “Di vino durante questo dibattito abbiamo usato e abusato, questo potrebbe costituire un buon alibi per le eventuali sciocchezze che potessi dire”. Ha poi aggiunto, in tono ironico, che uno dei suoi miti è Churchill, noto per il suo amore per il bere e il fumare. Questa dichiarazione è stata ripetuta tre volte in un video di tredici minuti pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno.
Intercettazioni per Tutti
La rivelazione più scioccante della serata è arrivata quando Nordio ha dichiarato: “Siamo tutti intercettabili e probabilmente intercettati!”. Questa affermazione ha suscitato una reazione immediata da parte di Bruno Vespa e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente ma non inquadrato nel video.
La Difesa dell’Abolizione dell’Abuso d’Ufficio
Nordio ha poi difeso la recente legge sull’abolizione dell’abuso d’ufficio, definendolo un “reato evanescente” che serve solo a intimidire i pubblici amministratori e a eliminare avversari politici. Ha sottolineato che l’avviso di garanzia diventa uno strumento politico dannoso dopo aver rovinato la vita dei coinvolti.
Mafiosi e Intercettazioni
Concludendo il suo discorso, Nordio ha parlato dei metodi di comunicazione dei mafiosi, affermando che i veri delinquenti non usano i telefonini per comunicare, ma sistemi satellitari difficili da intercettare. Ha ribadito che un vero mafioso parte sempre dal presupposto di essere intercettato.
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Reazioni
Il discorso di Nordio ha provocato un’ondata di reazioni, alimentando il dibattito sulle intercettazioni e sulla nuova legge sull’abuso d’ufficio. La sua performance, tra ironia e dichiarazioni controverse, ha scosso l’opinione pubblica e il mondo politico italiano.
ECCO IL VIDEO SHOCK:
Conte sull’abolizione dell’abuso d’ufficio
“Ora che la proposta di Nordio di abolire il reato di ‘abuso d’ufficio’ è diventata legge non ci resta che eliminare la scritta che campeggia in tutte le aule di giustizia ‘La legge è uguale per tutti'”. Lo scrive su Facebook il leader M5s Giuseppe Conte. “Sì, eliminiamola definitivamente. Perché quella scritta corrisponde a una solenne promessa dello Stato di trattare tutti i cittadini con pari dignità, senza distinzioni tra imputati eccellenti e cittadini comuni”. “Da oggi – aggiunge – quella promessa suonerà vuota retorica. Non solo non riuscirà a sopire l’ansia dei cittadini comuni che attendono giustizia in un’aula di tribunale, ma – peggio – rischierà di suscitare in loro un legittimo sdegno”. “Ricordava Calamandrei – prosegue Conte – che sull’Italia grava una ‘maledizione secolare’, perché ‘il popolo non ha fiducia nelle leggi? Ha sempre sentito lo Stato come un nemico’, mai percepito come ‘lo Stato del popolo’. Osservava infatti che ‘da secoli i poveri hanno il sentimento che le leggi siano per loro una beffa dei ricchi: hanno della legalità e della giustizia un’idea terrificante, come di un mostruoso meccanismo ostile fatto per schiacciarli, come di un labirinto di tranelli burocratici'”. Continua il leader M5s: “Chiedo a Giorgia Meloni e ai nostri governanti: come faranno i cittadini a credere nella legge ora che avete cancellato il reato di abuso d’ufficio in modo da garantire a tutti gli amministratori pubblici uno spazio di assoluta impunità? Come faranno i cittadini a credere in un vostro sentimento di giustizia visto che vi state affrettando per punire sino a 25 anni di carcere coloro che protestano contro la realizzazione di grandi opere infrastrutturali?”. Conclude Conte: “State costruendo, passo dopo passo, una grande lacerazione sociale, i cui danni saranno profondi, e lasceranno scorie fortemente tossiche nel tempo. Fermatevi!”.