Formigli attacca Meloni: “Si rifiuta di rispondere alle nostre domande e caccia i giornalisti”. Ma su Angelucci… IL VIDEO

Corrado Formigli ha fatto un lungo editoriale a Piazzapulita contro Giorgia Meloni, mostrando un filmato in cui la premier fa cacciare l'inviata da un evento al quale partecipava.

«Giorgia Meloni non sopporta le critiche né il dissenso. Ha una concezione autoritaria dell’informazione. La sua idea è quella della comunicazione diretta tra il premier possibilmente eletto dal popolo e il popolo stesso, qualunque intermediazione le dà fastidio». Corrado Formigli, anche lui bersaglio di Fratelli d’Italia, non è affatto stupito dell’attacco di Meloni al suo programma. «Tendenzialmente noto che la premier e il suo partito hanno difficoltà a riconoscerne il ruolo terzo della stampa, se la stampa critica: se lo fa, vuol dire che appartiene a una opposta fazione politica – dice il conduttore in un’intervista a Repubblica.

Il video dell'inviata di Piazzapulita e il caso Angelucci indagato per corruzione

Durante l’ultima puntata di Piazzapulita Corrado Formigli ha fatto vedere un video in cui un’inviata di Piazzapulita si recava ad un evento in cui c’era proprio Giorgia Meloni per farle delle domande. Appena la premier si è accorta che le telecamere erano proprio del programma di La7 ha evidentemente deciso di non rispondere, facendo addirittura spintonare e cacciare la giornalista che stava facendo il suo lavoro.

Non è una novità che Giorgia Meloni se la prenda e “bastoni” letteralmente i giornali e il lavoro di tanti bravi giornalisti in Italia. Non una parola, però, da parte della presidente del consiglio in carica, sull’editore Angelucci (patron di tanti giornali e quotidiani importanti nel nostro Paese) indagato per corruzione. Ricordiamo, infatti, che Angelucci, uomo forte della sanità privata e dei giornali, con una «stecca» da 250mila euro avrebbe tentato di comprare la funzione di D’Amato, all’epoca braccio destro nella sanità del Lazio del governatore del Pd Nicola Zingaretti. Gli inquirenti, nella prima inchiesta, lo accusavano per aver tentato di manipolare a suo vantaggio la politica sanitaria della Regione. Una vicenda che fa riferimento al «tavolo di conciliazione» indetto a dicembre 2017 dal prefetto di Roma per la crisi occupazionale minacciata dal Gruppo San Raffaele — riconducibile alla famiglia Angelucci — per vedersi riconoscere presunte «pretese economiche».

Condividi sui tuoi social:

Articoli popolari

Articoli più letti

Voce dei Cittadini