Freccero, nel video che trovate in fondo all’articolo, critica durissimamente il Presidente dell’Ucraina.
Ma era già nell’intervista rilasciata ad Affari Italiani, Carlo Freccero si sofferma in modo critico sull’invito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo, definendolo un atto di pura propaganda. Secondo Freccero, l’apparizione di Zelensky in un contesto come quello di Sanremo rientra nella logica della “governance dell’emergenza”, una forma di controllo sociale che sfrutta crisi come la guerra in Ucraina per giustificare politiche impopolari.
Freccero sottolinea come l’evento non sia un semplice fatto culturale o di spettacolo, ma uno strumento per legittimare la guerra agli occhi del pubblico, trasformando una tragedia in uno spettacolo mediatico. A suo parere, la presenza di Zelensky rappresenta la manifestazione di un più ampio fenomeno culturale, quello della cultura “Woke” e della “Cancel Culture”, che evita di mettere in discussione il potere e si limita a promuovere rivendicazioni superficiali e inoffensive.
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Freccero critica il fatto che la sinistra italiana, in particolare il Partito Democratico, abbia assorbito completamente la cultura americana, al punto da diventare un promotore di una visione del mondo che non considera le vere problematiche economiche e sociali, come quelle legate al potere e alla guerra. Zelensky, secondo lui, è una figura simbolica in questo scenario, un ex attore che si presta perfettamente alla spettacolarizzazione della guerra, senza offrire una reale riflessione sul conflitto e sulle sue conseguenze.
In conclusione, Carlo Freccero mette in evidenza come l’invito di Zelensky al Festival di Sanremo sia emblematico di una più ampia manipolazione mediatica e culturale, dove la guerra viene presentata come uno spettacolo, nascondendo le vere questioni di potere e controllo. Secondo Freccero, eventi come questi contribuiscono a distogliere l’attenzione dai reali problemi economici e sociali, legittimando conflitti e decisioni politiche impopolari attraverso una narrazione superficiale. La sua critica non si limita all’apparizione di Zelensky, ma si estende a una più generale deriva culturale, dove la spettacolarizzazione e il consenso acritico prendono il posto di una discussione seria e approfondita sui temi centrali della società e della politica.