Con l’abolizione dell’abuso d’ufficio, il governo Meloni ha dato un colpo di spugna a una norma fondamentale per il controllo della legalità nella pubblica amministrazione. Questa decisione, che ha cancellato dall’ordinamento il reato previsto dall’articolo 323 del codice penale, ha lasciato senza sanzioni comportamenti che per oltre due secoli sono stati perseguiti per proteggere i cittadini dagli abusi del potere pubblico. Le conseguenze sono gravi: 3.600 condanne passate in giudicato saranno annullate, e chi era stato condannato potrà tornare a dichiararsi “immacolato”.
Cosa Cambia Dopo l’Abrogazione?
L’abolizione dell’abuso d’ufficio lascia scoperti comportamenti che, pur non configurandosi come corruzione o concussione, minano la fiducia nelle istituzioni. Ecco alcuni esempi:
Favoritismi nei concorsi pubblici: Professori che agevolano parenti o amici nei concorsi universitari non potranno più essere perseguiti, salvo casi di corruzione documentata.
Ritorsioni politiche: Sindaci o assessori che negano risorse o spazi pubblici agli oppositori politici ora agiscono senza timore di conseguenze penali.
Prevaricazioni: Poliziotti o magistrati che usano il loro ruolo per fini personali, come vendette private, non saranno più punibili a meno che non si configurino altri reati gravi.
Un Reato Storico, Smantellato negli Anni
La norma sull’abuso d’ufficio esisteva in Italia da oltre 200 anni, già presente nel Codice del Regno delle Due Sicilie del 1819 e poi nel Codice Zanardelli del 1889. Con il Codice Rocco del 1930, il reato era stato rafforzato per punire l’abuso di potere da parte di pubblici ufficiali. Tuttavia, negli ultimi decenni, il campo d’azione della norma è stato progressivamente ridotto:
1997 (Governo Prodi): Restringimento del reato alla violazione di leggi specifiche e pene ridotte.
2012 (Governo Monti): Ulteriore riduzione delle pene.
2020 (Governo Conte II): Il reato si applica solo per violazioni di legge esplicite, escludendo regolamenti o circolari.
2024 (Governo Meloni): Abrogazione totale dell’articolo 323.
Con quest’ultima modifica, anche i pochi casi residui di abuso d’ufficio – come la violazione in conflitto di interesse – sono stati eliminati dal codice penale.
Le Statistiche: Un Reato Davvero Inutile?
Uno degli argomenti centrali del governo per giustificare l’abrogazione è stato l’alto tasso di archiviazioni: l’80% delle denunce per abuso d’ufficio non portava a processo. Tuttavia, tra il 1997 e il 2020, sono state emesse oltre 3.600 condanne, dimostrando che il reato, pur con applicazioni limitate, aveva un ruolo importante. Inoltre, l’obbligo di aprire un fascicolo in seguito a una denuncia non significa necessariamente inutilità del reato, ma piuttosto il rispetto del principio dell’azione penale obbligatoria.
Le Conseguenze dell’Abrogazione
Con l’eliminazione dell’abuso d’ufficio, si apre la strada a una serie di comportamenti impuniti:
Concorsi truccati: I dirigenti pubblici e universitari che favoriscono amici o parenti non rischiano più sanzioni penali.
Decisioni arbitrarie: Sindaci e amministratori locali potranno prendere decisioni discriminatorie senza timore di ripercussioni legali.
Prevaricazioni personali: Da oggi, un magistrato che perseguita l’ex della sua compagna o un poliziotto che usa il suo ruolo per vendette private non sarà più perseguibile per abuso d’ufficio.
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Mano Libera e Vuoto Normativo
Il vuoto lasciato dall’abrogazione si riflette anche nelle decisioni disciplinari: senza un procedimento penale, spesso i procedimenti interni alla pubblica amministrazione rimangono in sospeso o non vengono avviati. Inoltre, l’introduzione di altre norme, come il “peculato per distrazione” – reintrodotto in extremis dal governo – non colma le lacune lasciate dall’abolizione dell’abuso d’ufficio.
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Ricorsi e Pressioni Internazionali
Diversi tribunali italiani hanno già sollevato dubbi sulla costituzionalità dell’abrogazione, ritenendola in contrasto con:
Articolo 97 della Costituzione: Che garantisce imparzialità nella pubblica amministrazione.
Convenzione ONU contro la Corruzione: Che obbliga gli Stati a punire l’abuso di potere per fini personali.
Anche l’Unione Europea sta lavorando a una direttiva che, se approvata, costringerebbe l’Italia a reintrodurre una norma simile.
Conclusione: Un Passo Indietro per la Legalità?
L’abrogazione dell’abuso d’ufficio non solo cancella migliaia di reati, ma toglie ai cittadini uno strumento fondamentale per difendersi dalle prevaricazioni del potere pubblico. La decisione lascia spazio a favoritismi, conflitti d’interesse e decisioni arbitrarie, minando la fiducia nelle istituzioni.
Milena Gabanelli, con la sua inchiesta per Dataroom, non esita a denunciare i rischi di questa scelta, sottolineando che il reato di abuso d’ufficio, pur con limiti, era una garanzia per la trasparenza e la legalità nella gestione della cosa pubblica.
In attesa di possibili interventi della Corte Costituzionale o dell’Unione Europea, l’Italia si trova ora in una situazione critica, dove la pubblica amministrazione rischia di operare senza controlli adeguati.
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