Milena Gabanelli ha fatto una lucida analisi di quello che è il concordato tra governo ed evasori. Ecco cosa ha scoperto.
Milena Gabanelli ha parlato di tasse ed evasori nel suo ultimo Dataroom. “Non può essere che pochi continuano a pagare le tasse, perché non le possono evadere e invece tanti altri continuano ad evadere. Bene, il governo Meloni ha deciso di recuperare un po’ di questa enorme evasione facendo un patto con gli evasori. Dal suo punto di vista il fisco deve essere più amico e quindi da un lato è difficile fare i controlli perché mancano le risorse. Dall’altra c’è la necessità di portare a casa delle risorse, altrimenti come si mettono a posto i conti?
Lo aveva già fatto Tremonti nel 2003
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Quindi la proposta è: vediamo quanto paghi tu finora, quanto hai dichiarato di imponibile, io però agenzia delle entrate so come sono messi i tuoi conti e quindi ti propongo di alzare un pochettino l’asticella. In cambio ti dò una serie di benefici. Vale a dire, se nei prossimi due anni il tuo volume d’affari aumenta comunque paghi le tasse su quello che abbiamo concordato e per i prossimi due anni nessuno verrà farti dei controlli.
Ma per aderire a questo concordato in pratica cosa bisogna fare? Gli interessati al concordato preventivo sono 4,1 milioni di autonomi, compresi quelli oggi nel regime forfettario quindi che aderiscono al 15%. Ci sono poi le società di persone e le società di capitali. Per poter accedere al concordato preventivo bisogna non avere pendenze con l’agenzia delle entrate, essere considerati fiscalmente a posto. Ce l’hanno più o meno il 28%, gli altri nel ragionamento del governo Meloni è che vadano dal proprio commercialista e gli dicano ‘fammi pagare un po’ di più in modo che io possa arrivare a un Isa di 8 e poi nell’anno prossimo posso accedere al concordato’.
In quanti lo faranno davvero?
Ma in quanti davvero lo faranno? Insomma se poi alla fine di tutte queste mani tese uno decide che non vuole aderire al concordato, che cosa succede? Partono a questo punto dei controlli. Chi ha verificato che gli dovrebbe dare di più e non aderisce, non succede nulla. Un provvedimento del genere l’aveva già fatto Tremonti del 2003. Si rivolgeva 3 milioni di contribuenti. Bene, alla fine dopo due anni hanno incassato poco più di 50 milioni e ne avevano previsti tre 3 miliardi e mezzo. Diciamo che in questo caso la stima si è fermata molto più in basso” conclude Gabanelli nel suo Dataroom.