Il senatore Romeo della Lega è stato preso di mira dai manifestanti durante la commemorazione di Navalny a Roma. Ecco cosa è successo.
Il senatore Romeo della Lega è stato preso di mira dai manifestanti durante la commemorazione di Navalny a Roma. Ecco cosa è successo. Inizia tutto con “Mi date una fiaccola?” È il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo a chiederlo, nel corso della manifestazione per la morte di Navalny organizzata a Roma. «Posso andare a prendere la fiaccola anch’io? Oh, ma dove sono le fiaccole?». Alle 18 e 25, quando all’inizio ufficiale della fiaccolata per Navalny mancherebbero ancora cinque minuti, vista dall’alto del Campidoglio la scena sa di mai visto. Carlo Calenda, il promotore della manifestazione, Elly Schlein, il ministro Andrea Abodi, tutti i big, insomma, presidiano quattro diversi angoli della piazza senza che nessun microfono si pari loro davanti.
La folla urla: "Ipocrita!"
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Parte uno e gli urla «sei un ipocrita!». «Ipocrita sei tu!», ribatte lui. Gli si chiede dei rapporti tra Russia Unita e la Lega. «Fammi leggere dove l’hai letta ‘sta cosa, è una fake news, una bufala». Poi, mentre Romeo parte alla disperata ricerca delle fiaccole distribuite dagli organizzatori («S’è capito dove sono le fiaccole?»), la folla segue il suo basculare a destra e sinistra provocando la suggestione che anche Marco Aurelio e il suo cavallo, immortalati poco dietro nella statua nota in tutto il mondo, si muovano con loro. «Sei come Fonzie che non riesce a pronunciare la parola “scusa”. Tu non riesci a dire “Putin assassino!”», sente indistintamente con le sue orecchie il capogruppo, che a un certo punto si spinge fino a dove nessun leghista s’era spinto dopo la tragica notizia arrivata venerdì dalla Siberia. «Guarda che qualche sospetto è venuto anche a noi, eh?».
Ve lo avevamo raccontato nei giorni scorsi: a dicembre l’oppositore russo Navalny era stato trasferito dalla colonia penale Ik-6 Melekhovo in un carcere nella regione di Yamal, oltre il Circolo Polare Artico. A settembre la Prima Corte d’Appello russa aveva invece respinto il ricorso presentato dai legali del dissidente contro la condanna a 19 anni di carcere in regime speciale per “estremismo”. Secondo il servizio penitenziario russo l’oppositore russo Alexey Navalny è morto nella colonia penale n. 3 del distretto autonomo russo di Yamalo-Nenets dopo essersi sentito male dopo una passeggiata. “Il 16 febbraio il detenuto A.A. Navalny si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi subito conoscenza”, si legge in una nota, “immediatamente è arrivato il personale medico dell’istituto ed è stata chiamata un’ambulanza”. ”Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, che non hanno dato risultati positivi”, aggiunge il comunicato, “i medici dell’ambulanza hanno dichiarato il decesso del detenuto”.