In queste ore non si parla d’altro che del conflitto nella Striscia di Gaza. Tra i personaggi che si stanno mettendo più in luce, in tv, c’è tale Elena Basile, scrittrice ed ex ambasciatrice. Per molti sarebbe la “nuova Orsini”, dato che ha espresso posizioni controverse vicine ad Hamas, negli ultimi giorni. Sentite cosa ha detto ad Otto e mezzo in questi giorni: “Molte volte si parla di aggredito e di aggressore ma il diritto internazionale non è statico. Il diritto internazionale ha bisogno di una prospettiva storica. Quindi, è chiaro che oggi siamo inorriditi di fronte alla barbarie di Hamas, però dobbiamo ricostruire storicamente il motivo per cui è nato Hamas”.
E aggiunge: “Quando oggi si parla del sacrosanto diritto di Israele di difendersi, si tende a mistificare la realtà, perché nessuno mette in dubbio questo diritto. Viene messo in dubbio il diritto di Israele di non applicare le risoluzioni Onu, di non rispettare le regole di potenza occupante, di permettere l’attività illecita degli insediamenti dei coloni. Ora, il vero problema è come stabilizzare questi territori e come creare mediazione e pace”.
Basile cita anche la guerra tra Russia e Ucraina: “La mediazione è possibile se si riconoscono le cause di un conflitto. Quello che è veramente insopportabile è che l’Europa non riesca a dare un contributo di pace. Mettere la bandiera ucraina o la stella di David è, secondo me, qualcosa che è priva assolutamente di significato. Il significato dell’Europa dovrebbe essere un altro: stabilizzare delle regioni del mondo e dare un contributo di pace”.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
E conclude: “La mediazione si fa coi nemici. Putin e Hamas sono dei mostri ma dobbiamo fare la mediazione con loro, non con gli amici. Dobbiamo però sempre chiederci perché Hamas ha un consenso così importante tra i palestinesi. Questo ha delle cause che dovrebbe far ripensare la politica occidentale e la politica israeliana. La verità – chiosa – è che oggi per il conflitto in Ucraina la vecchia Europa non parla più, a differenza di quanto avvenne per la guerra in Iraq a cui si opposero Francia, Germania e Belgio. Si è allineata alla Polonia e guarda caso, era proprio quello che volevano gli americani”.
Basile ha avuto anche un acceso battibecco con il vicedirettore del Corriere della Sera, Beppe Severgnini: “Sono molto perplesso per le sue parole – esordisce il giornalista – In Ucraina c’è un aggressore, che è la Russia, e un aggredito, che è Kiev. Allo stesso modo abbiamo un aggressore, che è Hamas, e un aggredito che è Israele. Quest’ultimo ha commesso molti errori, però non ha mai fatto niente del genere. Non possiamo e non dobbiamo paragonare una democrazia imperfetta a un’organizzazione terroristica”.
Basile a Mieli: "Vergogna! Non si permetta!"
E aggiunge: “È evidente che coi suoi errori il governo di Netanyahu ha fornito materiale ad Hamas. Israele ha sbagliato e faccio notare che questo in Israele si può dire. Provi ad andare a Gaza, signora ambasciatrice, e a contestare Hamas. Se non partiamo dall’idea che quello che abbiamo visto è mostruoso e indifendibile e cominciamo a dire ‘sì, però’, facciamo un errore”.
Immediata la replica di Basile: “È indifendibile l’arroganza, la hybris con la quale l’Occidente crede di appartenere a una civiltà privilegiata e a un giardino assediato dalla giungla. Noi abbiamo avuto il nostro percorso storico. Vorrei ricordare che gli ebrei sono stati sterminati da una potenza europea, la Germania. Quindi, smettiamola di descrivere le democrazie occidentali come un giardino di fiori e di rose. Non è così. Abbiamo commesso i nostri crimini e la storia è conosciuta da tutti. Questa opposizione democrazia-regime è un’opposizione falsa, perché nelle relazioni internazionali bisogna comporre interessi diversi e legittimi“.
Severgnini ribatte ribadendo la sua posizione: “Ambasciatrice, la democrazia è una bella cosa e l’autocrazia e i terroristi sono una cosa terribile. Lei non può mettere queste cose sullo stesso piano perché alcune democrazie, come Israele, hanno commesso errori. È una cosa grave. Non si può e non si deve fare, ma scherziamo?”.
Elena Basile ha avuto un acceso confronto anche con il giornalista Paolo Mieli, che, a domanda precisa della conduttrice di Lilli Gruber, esprime un netto scetticismo per la de-escalation: “Non so neppure cosa significhi. Secondo me, non è possibile trattare con Hamas, un gruppo che si è trasformato in qualcosa di simile all’Isis. Non è fattibile una tregua con un esercito che a un rave party ha ucciso i tipi che ballavano o – continua – che ha ammazzato 40 bambini. Adesso lasciamo perdere che li abbia sgozzati o meno, sappiamo tutti che le guerre sono piene di bugie e di propaganda. Ma, in ogni caso, è un po’ difficile trattare con uno che ha ucciso 40 bambini, anche nella maniera più dolce”.
Elena Basile show a Otto e mezzo
Basile: “Credo che la de-escalation sia un dovere. Non sono affatto d’accordo con Mieli, che stimo tantissimo. Io non sono qui per fare un confronto tra la barbarie di Hamas e i crimini commessi contro l’umanità dallo Stato d’Israele a Gaza come dice l’Onu. Siamo tutti esterrefatti per quello che ha fatto Hamas ai civili, ma non siamo qui – prosegue – per dire che è meglio uccidere i bambini con una pallottola nella testa, dcapitandoli o lasciandoli morire di stenti, senza cibo e medicine, un’agonia forse anche più terribile. Questo, dottor Mieli, è un discorso sottoculturale che non è da lei. Quando lei analizza gli eventi passati, non utilizza mai questi metodi propagandistici”.
L’ex ambasciatrice ricorda che l‘Egitto ha chiesto i corridoi umanitari per Gaza, mentre l’Europa traccheggia, anche se qualche segnale positivo è stato dato dall’alto rappresentante Ue per la politica estera, Joseph Borrell, che al termine del Consiglio Affari Esteri straordinario sulla guerra tra Israele e Hamas, ha auspicato lo stop al blocco di cibo, di acqua e di elettricità alla popolazione di Gaza. Basile aggiunge: “Secondo l’Onu, le punizioni collettive di una popolazione, composta da vecchi e bambini, vanno assolutamente vietate“.