Il 22 ottobre, il presidente del Movimento 5 Stelle (M5S), Giuseppe Conte, è intervenuto nel programma “DiMartedì” su La7, affrontando una serie di temi caldi, dalle divergenze interne al Movimento fino alle critiche al governo di Giorgia Meloni.
Durante l’intervista con Giovanni Floris, Conte ha commentato le tensioni interne al M5S, in particolare il ruolo di Beppe Grillo nel processo costituente del Movimento. L’ex premier ha sottolineato che Grillo “sta litigando con l’intera comunità” e che le sue critiche al processo costituente non sono rivolte personalmente a lui: “Non sto toccando palla. I componenti della commissione si riuniscono nei fine settimana per il confronto e io non sono neppure a conoscenza di ciò di cui stanno discutendo e delle soluzioni che stanno prendendo in considerazione”. Questo lascia intendere che Conte preferisca mantenere un ruolo più defilato in questa fase di ridefinizione interna.
Passando alla critica del governo Meloni, Conte ha sottolineato che l’esecutivo ha realizzato solo il 20% degli impegni elettorali promessi, mentre il resto si è rivelato “giravolte e promesse tradite”. Secondo l’ex premier, il governo si è “accovacciato” di fronte alle pressioni internazionali, soprattutto di Bruxelles e Washington, oltre che ai poteri forti in Italia. Ha contestato la retorica del governo, che si presenta come in conflitto con questi poteri, ma che, in realtà, si sarebbe sottomesso.
Conte ha inoltre accusato la premier di non aver sfruttato adeguatamente le risorse provenienti dagli extraprofitti per migliorare la sanità, definita “allo sbando”, e ha evidenziato come le pensioni siano state oggetto di tagli. L’ex premier ha poi ricordato il successo del suo governo nel portare 209 miliardi di euro all’Italia attraverso il Recovery Fund, criticando l’operato dell’attuale governo che non è riuscito a battersi affinché il sistema del Recovery Fund diventasse strutturale.
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Sul fronte delle politiche estere, Conte ha ribadito la sua condanna all’aggressione russa in Ucraina, definendola “assolutamente ingiustificata”. Tuttavia, ha espresso la sua opposizione alla continua escalation militare e alla corsa al riarmo: “La nostra posizione è diversa: l’escalation militare a oltranza e l’invio di armi non vanno bene”.
Le parole di Conte hanno messo in luce una visione critica dell’attuale gestione politica, sia all’interno del Movimento 5 Stelle sia nei confronti dell’operato del governo Meloni, riaffermando la necessità di un approccio diverso, più orientato agli interessi nazionali e meno subordinato a pressioni esterne.
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