– Federico Cafiero De Raho, deputato del Movimento 5 Stelle ed ex Procuratore Nazionale Antimafia, è intervenuto con toni duri durante la discussione parlamentare sul Disegno di Legge relativo alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Secondo il parlamentare, questa riforma voluta dal governo guidato da Giorgia Meloni rappresenta un pericolo per l’equilibrio democratico del Paese, minando alle fondamenta l’indipendenza della magistratura.
L’importanza dell’unicità della magistratura
De Raho ha ricordato come i padri costituenti abbiano progettato l’ordinamento italiano in modo da garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura nella sua interezza. “Compresero la necessità di recidere ogni vincolo di soggezione del potere giudiziario rispetto al potere esecutivo”, ha dichiarato. Questo principio si è tradotto nella scelta di mantenere unite le carriere dei magistrati, una soluzione che, secondo De Raho, serve a bilanciare i poteri dello Stato, evitando di creare fratture che potrebbero rendere il potere giudiziario vulnerabile alle pressioni della politica.
Nel suo intervento, il deputato ha sottolineato come la separazione delle carriere, adottata in altri Paesi europei, abbia portato a una dipendenza del pubblico ministero dal governo. “È questo ciò che vuole chi ha scritto questo Ddl”, ha denunciato, sottolineando i rischi di una magistratura frammentata e indebolita.
Le critiche alla riforma
De Raho ha poi spiegato come la parità delle parti nel processo, indicata come obiettivo della riforma, non possa essere realizzata attraverso la separazione delle carriere. A sostegno della sua posizione, ha citato la Corte Costituzionale, che ha chiarito come tale parità debba essere garantita all’interno del processo stesso, e non mediante modifiche strutturali all’ordinamento giudiziario.
“Non possiamo tradurre la parità tra avvocato e pubblico ministero in una totale simmetria di poteri”, ha affermato. “L’avvocato rappresenta un privato professionista che tutela gli interessi del proprio assistito, mentre il pubblico ministero è un soggetto pubblico chiamato a perseguire l’interesse collettivo e la ricerca della verità.”
La riforma, secondo De Raho, porterebbe il pubblico ministero ad allontanarsi dalla “cultura della giurisdizione”, compromettendo il ruolo imparziale che deve mantenere nelle indagini. “Non vogliamo un pubblico ministero che dimentichi i diritti dell’indagato”, ha aggiunto, ribadendo che la figura del pubblico ministero rappresenta lo Stato e, come tale, deve operare con equilibrio e imparzialità.
Le conseguenze per la democrazia
L’ex magistrato ha posto l’accento sulle conseguenze di lungo termine di questa riforma. “Il disegno di legge del governo Meloni indebolisce la magistratura e, così facendo, indebolisce la democrazia. La giustizia è il primo pilastro della democrazia. Se si abbatte quel pilastro, ci resta solo l’autoritarismo, contro il quale non c’è difesa”, ha dichiarato con fermezza.
Per De Raho, la separazione delle carriere non è la soluzione ai problemi della giustizia italiana. Se sono necessari dei correttivi, ha suggerito, questi devono essere introdotti senza stravolgere l’architettura dell’ordinamento giudiziario. La sua preoccupazione è che questa riforma possa rendere i pubblici ministeri più vulnerabili alle influenze politiche, compromettendo così il principio di indipendenza su cui si fonda lo Stato di diritto.
Leggi anche
Giovane giornalista incalza la Meloni su sua sorella in Conferenza. La reazione shock – VIDEO EPICO
Nel corso della conferenza stampa di oggi, Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, è stata messa in evidente difficoltà da una
Un appello alla riflessione
In chiusura, il deputato ha lanciato un appello ai colleghi parlamentari, invitandoli a riflettere sulle implicazioni della riforma. “Dobbiamo preservare l’equilibrio e l’autonomia della magistratura, non smantellarla. Ogni passo in questa direzione ci avvicina a un sistema in cui il potere politico può esercitare un controllo diretto sulla giustizia, mettendo in pericolo i diritti e le libertà di tutti i cittadini.”
Il dibattito sulla separazione delle carriere si conferma, dunque, come uno dei temi più divisivi del panorama politico italiano, toccando questioni centrali come l’indipendenza della magistratura e l’equilibrio dei poteri democratici.
VIDEO: