Peter Gomez ha risposto a una domanda di un utente che gli chiedeva cosa prevedesse il premierato voluto da Meloni.
Peter Gomez ha risposto a una domanda di un utente che gli chiedeva cosa prevedesse il premierato voluto da Meloni. “Il premierato può avere anche dei lati positivi? E perché l’Italia dovrebbe averlo? Vi rispondo in questo video” scrive il direttore della versione online del Fatto sotto al suo video. “Si era provato a fare anche in Israele” spiega Gomez. “Il problema è che il premier non verrebbe più “controllato” di fatto dal Parlamento, perché in questa riforma costituzionale il premier può essere sostituito una volta. Da un esponente della sua stessa coalizione, che a sua volta non può essere sostituito” spiega.
Come funziona il premierato
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La Costituzione italiana prevede che alle elezioni politiche i cittadini eleggano i membri del parlamento, che poi a loro volta danno il proprio sostegno a un governo e quindi al presidente del Consiglio. Con la nuova riforma invece sarebbero i cittadini a scegliere direttamente il presidente del Consiglio con il loro voto alle elezioni. Il disegno di legge presentato dal governo è composto da cinque articoli: quattro indicano le effettive modifiche al testo della Costituzione, mentre il quinto contiene le cosiddette “norme transitorie”, quelle che servono a rendere più graduale il passaggio dalle leggi precedenti a quelle successive. Entrerebbe in vigore a partire dalla prossima legislatura, cioè dopo le prossime elezioni politiche.
Cosa cambia
In base alla Costituzione italiana le elezioni politiche sono finalizzate al rinnovo del parlamento. Sulla base degli equilibri politici emersi dal voto, e alle sue valutazioni personali, il presidente della Repubblica ha poi il compito di individuare il possibile presidente del Consiglio. Dev’essere una persona in grado di ricevere il sostegno di una maggioranza parlamentare solida. Per il suo governo e per il programma che intende realizzare. Il governo e il parlamento hanno quindi durate e mandati ben distinti. Un governo può cadere perdendo la fiducia della maggioranza dei parlamentari in una delle due camere.
Ma il parlamento non decade. Anzi, può esprimere la propria fiducia a un nuovo governo, cosa che accade spesso in questi casi. Il mandato del parlamento termina dopo cinque anni. Cioè allo scadere naturale della legislatura, oppure se il presidente della Repubblica decide di sciogliere le camere. Succede quando constata che non c’è più possibilità di formare una maggioranza politica stabile per sostenere un nuovo governo.