Peter Gomez ha risposto a una domanda di un utente che gli chiedeva cosa rischia Elly Schlein con le prossime elezioni europee.
Peter Gomez ha risposto a una domanda di un utente che gli chiedeva cosa rischia Elly Schlein con le prossime elezioni europee. “Ma non avete visto che le stanno già preparando un bel piattino? Basta leggere Repubblica, ad esempio, dove vediamo sempre più spesso che la massacrano, cosa legittima. Ma tessono le lodi di Gentiloni, che ha annunciato che non si candiderà alle prossime europee. Fino adesso non ha fatto particolarmente bene, ma mi chiedo cosa abbiano fatto di male i tanti elettori del PD per ritrovarsi eventualmente un Gentiloni segretario, che quando si presentò come sindaco di Roma riuscì ad arrivare terzo”.
La Schlein alle Europee
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“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
La Stampa riporta che ieri, durante la riunione della segreteria Pd, qualcuno avrà chiesto a Schlein di chiarire le sue intenzioni rispetto alla corsa per le elezioni europee. In realtà, nessuno al Nazareno nutre ancora dubbi sul fatto che la leader voglia essere della partita. Il punto, dice uno dei componenti della segreteria, «è capire quando sarà pronta per annunciarlo», sbloccando così la composizione delle liste e dando il via a tutti gli effetti alla campagna elettorale. Ma anche «che formula sceglierà», perché c’è da superare un’altra questione non banale: come scendere in campo senza entrare in rotta di collisione con Romano Prodi, che si è espresso chiaramente contro le candidature di bandiera.
Da qui la possibile scappatoia, che più d’uno le sta suggerendo, cioè presentarsi da capolista in una sola circoscrizione e non in tutte e cinque, accontentando così anche il presidente dem Stefano Bonaccini. E addirittura, una volta eletta, trasferirsi per davvero al Parlamento europeo. Pare assurdo, ma è una voce sempre più forte. Per ultimo ieri è arrivato Pierluigi Bersani: «Deve valere il principio di coerenza – avverte l’ex segretario – se ti candidi poi vai a Bruxelles». Anche se guidare il partito facendo su e giù con la capitale belga sarebbe un’impresa temeraria. In ogni caso, sarà una corsa da equilibrista, nel tentativo di rafforzare la sua leadership, ma senza andare contro un bel pezzo di partito e il suo padre nobile. Anche per questo, dovrebbe accantonare la strategia – pure presa in considerazione – dei “comitati Schlein” a livello territoriale. Sarebbero dovuti nascere per sostenere la sua candidatura, attirando mondi fuori dal Pd e allargando così la base elettorale, oltre che per puntare tutto su di lei e meno sul partito. «Non ne so nulla, ma non mi stupirebbe», commenta un senatore della minoranza dem. Del resto, è un modello già adottato dalla segretaria per le primarie vinte a sorpresa e, prima ancora, per le Regionali in Emilia-Romagna con la lista “Coraggiosa”, quando aveva ottenuto il record di preferenze.