Nicola Gratteri
Il procuratore capo di Napoli accusa in tv il governo di voler assoggettare i giudici. Ma non risparmia critiche inattese ai colleghi.
Un intervento tagliente e senza filtri: Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, si è fatto portavoce di una magistratura che sente il fiato sul collo, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7. Con la sua proverbiale schiettezza, Gratteri ha affrontato temi caldi, come le tensioni tra il governo Meloni e la magistratura, le polemiche sulle intercettazioni e l’indipendenza dei giudici, ma anche attacchi diretti contro figure di spicco come Elon Musk e lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Lo scontro con il governo Meloni
Gratteri non si è risparmiato quando si è trattato di criticare il governo: «La volontà di separare le carriere tra magistratura inquirente e giudicante è un segnale chiaro: il tentativo di assoggettare la magistratura al potere politico». Il riferimento è alle recenti riforme proposte dal ministro Nordio, tra cui il taglio delle intercettazioni, viste come un ostacolo fondamentale per combattere il crimine organizzato e la corruzione.
Il procuratore non ha esitato a sottolineare la discrepanza tra chi ha operato in contesti complessi come il Sud Italia e chi, come Nordio, ha avuto una carriera giudiziaria in contesti relativamente più tranquilli. «Sì, ha fatto il magistrato… ma a Venezia», ha commentato con una punta di sarcasmo.
Elon Musk e l’interferenza internazionale
Un’altra questione spinosa è quella che vede coinvolto Elon Musk. Il magnate sudafricano, noto per le sue posizioni provocatorie sui social, ha recentemente criticato la magistratura italiana, schierandosi apertamente a favore del governo Meloni. Gratteri, tutt’altro che intimorito, ha replicato duramente: «Musk si permette di interferire negli affari di un altro Paese con dichiarazioni deliranti. L’ho visto saltare sul palco di Donald Trump come una cavalletta, probabilmente sotto l’effetto di troppe vitamine. È un’interferenza inaccettabile».
Questa polemica arriva in un momento in cui Musk è già al centro delle attenzioni internazionali per il suo ruolo crescente come consulente politico di Donald Trump, suscitando preoccupazioni per il suo crescente potere mediatico.
Critiche alla magistratura stessa
Gratteri non ha risparmiato autocritiche alla magistratura italiana. Ha sottolineato che i giudici devono essere non solo imparziali, ma anche percepiti come tali, mantenendo una distanza rigorosa da ogni schieramento politico. «Dobbiamo preoccuparci della nostra credibilità. La fiducia della gente è essenziale per il nostro lavoro», ha dichiarato, indicando come spesso la magistratura italiana sia percepita come troppo politicizzata.
Tecnologia e sicurezza: l’allarme di Gratteri
Un’altra battaglia del procuratore riguarda la sicurezza digitale. Ha raccontato di non utilizzare il pc fornitogli dal Ministero della Giustizia: «Non è adeguato agli standard di sicurezza richiesti. Mi sono comprato un pc personale, che costa il triplo, e utilizzo un telefono senza applicazioni. Ci vuole una svolta sulla sicurezza digitale, che con Consip non è possibile assicurare».
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Napoli come simbolo di resistenza
Nonostante le difficoltà, Gratteri si dice soddisfatto del suo lavoro a Napoli, definendola «la procura più grande d’Europa». La città, crocevia di criminalità organizzata e traffici internazionali, rappresenta per il procuratore un terreno di sfida stimolante: «Faccio riunioni di continuo, anche durante i pasti. Sono qui per dare il massimo fino al mio ultimo giorno di servizio».
Una battaglia per la trasparenza
Nel suo intervento, Gratteri ha ribadito l’importanza di una comunicazione chiara tra magistratura e cittadini. Ha contestato la recente riforma Cartabia, che limita la possibilità per i magistrati di commentare pubblicamente le proprie decisioni: «Non possiamo spiegare il contenuto di un’indagine, mentre gli avvocati possono dire qualsiasi cosa. Questo squilibrio mina la fiducia della gente nel sistema giudiziario».
Conclusione
L’intervento di Gratteri a Otto e Mezzo ha rappresentato un forte richiamo all’indipendenza della magistratura e alla trasparenza verso i cittadini. In un clima politico sempre più polarizzato, le sue parole si configurano come un invito alla riflessione, sia per i magistrati che per il governo. La sfida, secondo il procuratore, è chiara: garantire giustizia e credibilità in un sistema democratico sotto attacco.
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