Il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha annunciato la sua adesione allo sciopero indetto dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) per il 27 febbraio 2025, in opposizione alla riforma costituzionale proposta dal governo Meloni. La principale questione al centro della protesta riguarda la separazione delle carriere tra magistrati requirenti (pubblici ministeri) e magistrati giudicanti (giudici). Secondo Gratteri, questa riforma rappresenta un “falso problema” e rischia di minare l’indipendenza della magistratura.
La Posizione di Gratteri sulla Riforma
Intervenuto nella trasmissione “Radio Goal” su Radio Kiss Kiss Napoli, Gratteri ha chiarito il motivo della sua opposizione alla riforma:
> “Sciopererò anch’io, anche se sarò in ufficio a lavorare. Però formalmente sciopererò, perché sono contrario alla separazione delle carriere, che non serve ed è un falso problema. I problemi della giustizia sono altri.”
Il magistrato ha sottolineato come la riforma, pur presentata come una misura necessaria per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, sia in realtà priva di un impatto reale sulle problematiche strutturali della giustizia italiana. Attualmente, il passaggio da una carriera all’altra è già regolato da norme restrittive: ogni anno solo tre o quattro magistrati richiedono il cambio di ruolo, e devono necessariamente trasferirsi in un’altra regione.
I Timori di un’Indipendenza Minata
Secondo Gratteri, il vero pericolo della riforma non risiede nella separazione delle carriere in sé, ma nel possibile passaggio successivo: l’assoggettamento del pubblico ministero all’esecutivo. Questa eventualità, secondo il procuratore, metterebbe a rischio l’indipendenza dell’azione penale e la separazione dei poteri, principi cardine dello Stato di diritto.
> “Il secondo passaggio che la politica potrebbe fare è quello che il pm passi sotto l’esecutivo. Questa è la nostra paura, che i pm non siano indipendenti come lo sono ora.”
Gratteri ha invitato i cittadini ad informarsi sulle reali implicazioni della riforma, sostenendo che le vere problematiche della giustizia italiana risiedono altrove e necessitano di interventi ben più strutturati per garantire una maggiore tutela sia agli imputati che alle vittime.
Una Riforma con Effetti Danni per il Sistema Giudiziario
Il magistrato ha anche espresso un giudizio negativo sulle riforme giudiziarie introdotte negli ultimi anni, in particolare sulla riforma Cartabia, che a suo dire ha rallentato i processi e ridotto le garanzie per le parti coinvolte.
> “Nella mia testa ho il contrario di quello che è stato fatto dalla riforma Cartabia ad oggi. L’unica cosa utile che è stata fatta è stata la riforma sulla cybersicurezza nel luglio scorso. Tutto il resto è stato dannoso per la velocizzazione dei processi, per la tutela degli indagati e degli imputati, per la tutela delle parti offese.”
Leggi anche

Travaglio contro la Schlein su Nove: “Elezione per Cambiare il PD, ma è Cambiata Lei” – IL VIDEO
Nell’ultima puntata di Accordi & Disaccordi su Nove, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ha criticato duramente la segretaria
Il Contesto Politico e le Reazioni
Lo sciopero dell’ANM si inserisce in un più ampio dibattito sulla giustizia e sul ruolo della magistratura in Italia. La riforma voluta dal governo Meloni è stata fortemente criticata non solo dai magistrati, ma anche da numerosi esperti di diritto e rappresentanti dell’opposizione.
Alcuni osservatori vedono in questa proposta il tentativo di ridurre l’autonomia della magistratura, un tema già presente in passate legislature. Gratteri, figura di spicco nel contrasto alla criminalità organizzata, ha ribadito la necessità di riforme ben più incisive, in grado di affrontare le reali carenze del sistema giudiziario italiano.
Conclusione
La presa di posizione di Nicola Gratteri evidenzia la delicatezza della questione e l’importanza del dibattito pubblico su una riforma che potrebbe cambiare profondamente l’equilibrio tra poteri dello Stato. Il rischio, secondo il procuratore, è che una riforma apparentemente tecnica possa aprire la strada a una pericolosa deriva verso un maggiore controllo dell’esecutivo sulla magistratura. Per questo motivo, il 27 febbraio i magistrati italiani sciopereranno, con l’obiettivo di difendere i principi della Costituzione e l’indipendenza della giustizia.
VIDEO: