Il Gip militare di Roma ha respinto l’istanza di archiviazione proposta dalla procura riguardo l’accusa di diffamazione militare contro il generale Roberto Vannacci. Al centro del caso vi sono alcune affermazioni contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”, pubblicato recentemente, che hanno sollevato polemiche. In particolare, un passaggio che tratta di un video in cui veniva celebrata un’unione civile tra un carabiniere e un altro uomo ha attirato l’accusa di diffamazione militare, poiché, secondo il giudice, il testo identificava implicitamente un militare specifico, pur senza nominarlo.
Il giudice ha dato dieci giorni alla procura militare per formulare l’imputazione coatta, obbligando così a procedere contro Vannacci. La difesa del generale, guidata dall’avvocato Giorgio Carta, ha espresso rispetto per la decisione, pur non condividendola, affermando che non vi fosse l’intento diffamatorio verso un singolo individuo e che la persona in questione non aveva presentato alcuna denuncia. Inoltre, la stessa procura militare aveva inizialmente escluso la sussistenza di reati nelle parole scritte nel libro.
Sindacato dei Militari parte civile
In parallelo, il Sindacato dei Militari ha annunciato la sua intenzione di costituirsi parte civile nel processo. In una nota, il sindacato ha ricordato come già lo scorso agosto avesse presentato una denuncia, riconoscendosi offeso dalle dichiarazioni di Vannacci nel libro. L’organizzazione, rappresentata dall’avvocato Massimiliano Strampelli, ha sottolineato che le affermazioni del generale colpiscono non solo il militare coinvolto ma anche la comunità LGBT all’interno delle forze armate.
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Il presidente del sindacato, Riccardo Saccotelli, maresciallo ordinario dei carabinieri in congedo assoluto, ha ribadito la gravità delle affermazioni di Vannacci, evidenziando come nelle forze armate l’orientamento sessuale non sia mai stato un ostacolo per chi serve la Patria. Saccotelli ha inoltre espresso la volontà di costituirsi personalmente parte civile nel processo.
Il caso è destinato a far discutere ulteriormente, soprattutto in un contesto in cui il tema dei diritti civili e dell’inclusività all’interno delle forze armate è sempre più presente nel dibattito pubblico.