C’è stato un aspro battibecco in tv, durante l’ultima puntata de “L’Aria che tira estate” fra il vicepresidente del M5S Riccardo Ricciardi e Cattaneo di Forza Italia. Ricciardi spiega: “Con la nuova delega fiscale i soldi evasi non saranno recuperati, e non parlo del barista che non fa lo scontrino, ma delle decine di miliardi dei grandi evasori fiscali. Questo governo non farà nulla, niente di tutto questo: è l’unico governo della storia che ha ereditato 200 miliardi di PNRR preso da Conte in Europa, l’unico governo che può avere la fortuna di avere una cifra del genere e si lamentano che non riescono a fare nulla perché hanno “la coperta corta”. Danno la colpa a noi! Però una pensione l’hanno toccata: al Senato, quella dei senatori, i vitalizi vengono riconteggiati e aumentati” dice Ricciardi.
E ancora: “Salvini dice che vanno trovate le risorse per il Ponte, si danno stipendi altissimi ai manager però non si trovano i soldi per contrastare l’inflazione, che la gente non ce la fa più, non riesce a fare la spesa. Questo lo capite?” E Cattaneo replica: “Sei ignorante!” Ma Ricciardi insiste: “Se loro non hanno la capacità, o meglio non prendono i soldi da dove li dovrebbero prendere, e danno la colpa al superbonus, questo giochino non può funzionare, perché Conte è stato presidente del consiglio e il superbonus nell’estate del 2020 ha portato grandi benefici economici. C’era un signore che si chiama Giorgetti quando si presentavano le misure correttive sul superbonus durante il governo Draghi in conferenza stampa c’era lui l’anno scorso, la legge di bilancio l’ha fatta il governo Meloni! Allora questo giochino di scaricare su di noi non funziona più. Questa misura è stata fondamentale per il settore per far ripartire il Paese dopo la pandemia” conclude Ricciardi nel suo intervento in tv.
A proposito di superbonus: sul tavolo del governo c’è un corposo dossier. Fatto di numeri preoccupanti per i conti pubblici. Ma anche di un pressing che si intensifica per tutelare i tanti condomini che non riusciranno a completare i lavori entro l’anno. Uno scenario che si intreccia con il lavoro in corso sulla manovra, già reso difficile dal sentiero stretto delle risorse e con la spada di Damocle del negoziato sul nuovo Patto di stabilità. Il tutto condito dalla polemica politica, con lo scontro ormai aperto tra l’esecutivo che ha da un po’ ha messo nel mirino la misura bandiera del M5s e il leader del Movimento Giuseppe Conte che evidenzia le contraddizioni della maggioranza (“Fdi e Lega nel 2022 chiedevano la proroga”) e avverte il governo: basta “slogan” e “propaganda”.
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A dare l’idea del “fardello” del superbonus con cui il governo si trova a fare i conti sono i numeri. “Nei cassetti dell’Agenzia delle Entrate ci sono ad oggi 142 miliardi di crediti ceduti, non tutti utilizzati. Di questi, 12 sono frodi. Ne rimangono 130: ad oggi ne sono stati portati in compensazione 21. Ne rimangono 109 da portare in compensazione. Questi 109 aumentano di 3,5 miliardi al mese”, fa il punto il sottosegretario all’economia Federico Freni.
E proprio il problema dei condomini è ora l’oggetto di un pressing per prorogare la scadenza di fine anno per quelli che possono ancora usufruire dell’incentivo pieno. Tra le richieste per modificare la norma arrivate sul tavolo del Mef c’è l’ipotesi è di prorogare il 110% oltre il 2023 per chi ha uno stato di avanzamento almeno al 60% o con una percentuale comunque avanzata. La proroga potrebbe essere inizialmente per un trimestre. Mentre per le villette non sarebbe allo studio altri slittamenti, oltre a quello al 31 dicembre previsto dal dl Asset. A determinare la portata della modifica saranno comunque i margini di bilancio che saranno chiari una volta messa la Nadef a fine mese. A quei numeri si guarda per capire quello che si potrà fare con la prossima manovra di bilancio. E nell’attesa di capire l’esito del negoziato sul nuovo Patto di Stabilità, il Mef lavora a “non modificare nessuno dei parametri europei” riporta oggi l’Ansa.