Negli ultimi giorni, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sollevato polemiche riguardo all’assegno unico, dichiarando che l’Unione Europea richiederebbe all’Italia di estendere questo sussidio a tutti gli immigrati. Secondo Meloni, questa richiesta minaccerebbe la sostenibilità economica della misura, definendo le modifiche “folli e ingiuste” per le famiglie italiane. Anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha ribadito tali affermazioni, sostenendo che togliere il requisito dei due anni di residenza aumenterebbe in modo insostenibile i costi dello Stato.
Tuttavia, un’analisi accurata condotta da *Pagella Politica* ha rivelato che le dichiarazioni di Meloni non sono del tutto fondate. La Commissione Europea, infatti, non ha chiesto di estendere l’assegno unico a tutti gli immigrati, ma ha criticato il requisito dei due anni di residenza in Italia, ritenendo che questo discrimini i cittadini dell’Unione Europea. In particolare, la Commissione ritiene che i lavoratori comunitari che si trasferiscono in Italia per motivi di lavoro debbano godere degli stessi diritti dei cittadini italiani, senza dover aspettare due anni di residenza.
La contestazione dell’UE non riguarda tutti gli immigrati, ma esclusivamente i lavoratori comunitari e specifiche categorie protette da accordi bilaterali tra l’Unione e Paesi terzi. Il diritto europeo, infatti, garantisce parità di trattamento per i lavoratori dell’UE e i loro familiari, ma non si estende automaticamente a tutti gli immigrati provenienti da Paesi extra-UE.
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L’assegno unico, introdotto dal governo Draghi nel 2022, è destinato alle famiglie con figli a carico, e prevede vari requisiti per essere erogato, tra cui la residenza in Italia per almeno due anni. La Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia a causa di questa clausola, sostenendo che viola i principi del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che garantisce l’abolizione delle discriminazioni tra lavoratori comunitari.
In conclusione, non è vero che l’UE chiede di estendere l’assegno unico a tutti gli immigrati presenti in Italia, come affermato da Meloni. La richiesta riguarda esclusivamente i cittadini dell’UE, e si basa sul principio di parità di trattamento previsto dai trattati europei. L’eventuale estensione dell’assegno unico ai lavoratori extracomunitari dipenderà da accordi specifici e non è stata al centro della contestazione della Commissione Europea.