Il direttore de La Notizia Gaetano Pedullà è stato ospite in diretta a Coffee Break su La7, dove ha parlato, fra le altre cose, della morte di Matteo Messina Denaro e su cosa significhi in funzione dei nuovi signori della mafia. Sentite cosa ha detto il giornalista:
“Con Messina Denaro se ne va l’ultimo nome, diciamo così, di spicco della mafia storica, con molti segreti. Uno in particolare: quali sono i nomi dei nuovi super boss di Cosa Nostra? La mafia non è un fenomeno che finisce con questi signori che sono stati riconosciuti come responsabili della stagione stragista, della rivincita della mafia di periferia sulla mafia storica palermitana. È una mafia che ha avuto un ruolo fortissimo in una stagione storica, ma la storia va avanti e tutto quello che ha prodotto la mafia, tutti gli interessi e lo stesso Falcone ci disse già all’epoca ‘si era ormai portata in borsa’ aveva trasformato il suo modello di business.
I signori che controllano queste fortune chi sono? Dove sono? Su questo siamo molto indietro, sappiamo pochissimo e il fatto che Messina Denaro sia andato via senza aver raccontato nulla ci dà il senso di quanto sia imperscrutabile e difficile entrare in questo nuovo modello di mafia. Come fu difficilissimo per Falcone, con l’idea geniale che portò al maxi-processo e l’utilizzo dei pentiti per scardinare un sistema che era fino a quel momento completamente oscuro” spiega Pedullà durante il suo intervento.
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Di questo argomento ne ha parlato anche l’Ansa stamattina. Come si muoverà Cosa Nostra dopo la morte di Matteo Messina Denaro? “Lui pensava – dice Alessandra Dino dell’Università di Palermo – di portare la mafia all’interno di uno scenario internazionale in cui Cosa nostra avrebbe potuto riprendere forza con il volto completamente modificato di una struttura federata con altre mafie e vicina a un modello americano legato ai segreti delle stragi e ai rapporti con la politica, la massoneria e i poteri forti”.
Ma per un’operazione del genere occorrono leader forti e capaci di governare il transito. “Sicuramente i fratelli Graviano – è il giudizio della sociologa – sarebbero in grado di svolgere questa parte, ma sono in carcere e chissà per quanto tempo vi resteranno. Però è strano che il loro portavoce abbia annunciato in anticipo l’arresto di Matteo Messina Denaro presentato quasi come un sacrificio alla divinità di Cosa nostra, il tributo da pagare per una nuova organizzazione”.
La mafia dopo Messina Denaro
Ora che con Messina Denaro si chiude una lunga stagione criminale si fanno avanti, segnala Dino, nuovi soggetti in grado di muoversi al confine tra il lecito e l’illecito. “Giovani di famiglie mafiose hanno intrapreso studi e percorsi formativi per assumere le competenze di nuovi manager. E questa è una delle strade che per l’alta mafia si aprono sul dopo Messina Denaro”.
Per la ‘bassa mafia’ le prospettive lasciano pensare invece a un futuro più incerto per effetto delle pressioni delle forze dell’ordine che si sono fatte molto più forti e più efficaci. “Per questo – secondo Alessandra Dino – è più complicato riorganizzare il sistema come noi lo conosciamo e per questo si può ipotizzare che la sopravvivenza di Cosa nostra possa venire dalla prima strada. La seconda la trasformerebbe in una organizzazione criminale locale con caratteristiche molto più legate al territorio che a una dimensione più ampia”.