Non c’è dubbio che il decreto Lavoro stia creando non pochi problemi alla maggioranza di governo della Meloni. Il primo maggio il consiglio dei ministri ha varato questo nuovo decreto, ma sono state molte le personalità del mondo politico e del giornalismo a criticare le cifre esposte dal governo sull’argomento. Ultimo e non ultimo il direttore della Notizia Gaetano Pedullà. Ma prima di capire cosa ha detto, entriamo nel merito del provvediamento.
Il punto è che il “decreto lavoro” costituisce per davvero un grosso cambiamento per le condizioni dei lavoratori, ma perché le peggiora drammaticamente. E ci vuole un certo “talento politico” per una simile operazione, dato che il lavoro in Italia non solo scarseggia ma vive una drammatica condizione dal punto di vista qualitativo.
Il direttore de La Notizia, Gaetano Pedullà, ha commentato a Omnibus su La7 il decreto lavoro varato il primo maggio dal Governo: “Non è possibile far credere ai cittadini che nella prossima busta paga troveranno 100 euro. Il racconto del governo è falso” dice.
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Prima di farvi vedere il video del suo intervento, dobbiamo tornare per un attimo al Decreto Dignità del 2018 (premier Conte) che metteva al centro la lotta al precariato che invece sembra essere l’asse portante delle politiche delle destre. Mentre in un anno abbiamo avuto ben 600.000 contratti in più a tempo indeterminato, con l’attuale decreto abbiamo un uso più flessibile dei contratti a tempo determinato, che sono inconciliabili con un progetto di vita solido, che garantisca una casa e la possibilità di immaginare una famiglia.
Le tanto osannate politiche meloniane per incentivare la natalità poggiano dunque su gambe di argilla. Come si può pensare di avere dei figli a cui garantire un tetto senza una stabilità economica? Che, si badi bene, poggia sì su un lavoro a tempo indeterminato, ma in un Paese in cui sia stato introdotto il salario minimo legale. Quante le buste paga da fame degli italiani che vedono una manciata di euro, quattro o cinque lordi l’ora, per il proprio lavoro?
E se si chiede un prestito “per sopravvivere”, pensate che qualche istituto bancario possa concederlo a simili condizioni? È evidente che servono delle garanzie che non sono fornite dal modello meloniano, che chiamando il Reddito di cittadinanza “metadone di Stato” è finita per illudere il Paese di occuparsi della contrazione del potere d’acquisto con appena cento euro (durata sei mesi) in busta paga.
Ecco le parole del direttore de La Notizia a Omnibus: