Il Governo vuole fermare Report e Ranucci? Ecco come risponde il M5S – TUTTI I RETROSCENA

Il Movimento 5 Stelle torna a difendere Report e il suo conduttore, Sigfrido Ranucci, dagli attacchi del governo Meloni. Al centro della polemica c’è una nuova querela annunciata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, contro la celebre trasmissione di Rai 3 e il suo giornalista. Una mossa che, secondo il M5S, conferma l’atteggiamento intimidatorio dell’esecutivo nei confronti della stampa indipendente.

L’accusa del M5S: “Il governo non tollera chi racconta i fatti scomodi”

Secondo gli esponenti pentastellati della Commissione di vigilanza Rai, la querela di Urso rappresenta l’ennesimo segnale di un governo che non accetta il giornalismo d’inchiesta e tenta di soffocarlo con azioni legali mirate. “Proprio non ce la fanno i ministri di questo governo a rispettare la libertà dei giornalisti – affermano i rappresentanti del M5S – e a non fare querele temerarie, ridicole ed intimidatorie, che hanno come unico scopo quello di cercare di zittire la stampa indipendente”.

Il punto centrale della denuncia del Movimento è il presunto tentativo da parte di Urso di escludere il giornalismo d’inchiesta dal contratto di servizio della Rai. “Ora ne capiamo il motivo: meno inchieste, meno verità scomode, più silenzio su ciò che non deve essere raccontato”, attaccano i pentastellati.

Le tensioni tra governo e Report: una lunga battaglia

Le tensioni tra Report e il governo Meloni non sono una novità. Il programma di Ranucci è da anni bersaglio di critiche da parte del centrodestra, che lo accusa di faziosità e mancanza di equilibrio. Tuttavia, ogni tentativo di delegittimazione non ha fermato la redazione, che ha continuato a portare avanti inchieste su potere, corruzione e conflitti d’interesse.

Nel corso degli ultimi mesi, Report ha realizzato servizi che hanno messo in difficoltà esponenti del governo e grandi gruppi economici. Il programma ha sollevato questioni spinose su appalti pubblici, intrecci tra politica e affari, gestione delle risorse statali e influenze internazionali. Un lavoro giornalistico che, come spesso accade, ha generato reazioni accese.

La libertà di stampa sotto attacco?

Il M5S non è il solo a denunciare una deriva preoccupante nel rapporto tra governo e informazione. Organizzazioni internazionali come Reporters Without Borders hanno più volte lanciato l’allarme sulla crescente pressione politica esercitata sui giornalisti in Italia. La querela contro Report si inserisce in un contesto più ampio in cui, secondo molti osservatori, la libertà di stampa è messa a rischio da strategie di intimidazione legale e da tentativi di censura indiretta.

L’uso delle cosiddette querele temerarie, spesso ritirate dopo anni ma nel frattempo capaci di ostacolare il lavoro di inchiesta, è una pratica consolidata in alcuni ambienti politici e imprenditoriali. Il problema è stato più volte sollevato dalle associazioni di categoria, che chiedono una riforma per evitare che il sistema giudiziario venga sfruttato come strumento di pressione contro la stampa.

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Conclusioni: il giornalismo d’inchiesta non si ferma

Nonostante le querele e gli attacchi politici, Report continua a essere uno dei pochi baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia. Le parole del M5S, al di là della loro evidente connotazione politica, pongono una questione fondamentale: il diritto dei cittadini a essere informati senza filtri e senza condizionamenti.

La battaglia per la libertà di stampa, in un momento in cui la politica cerca sempre più di controllare la narrazione mediatica, rimane aperta. E Report, con le sue inchieste scomode, sembra destinato a restare un bersaglio, ma anche un simbolo di resistenza nell’informazione italiana.
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