Nell’ultimo Consiglio dei ministri prima delle ferie estive, il governo di Giorgia Meloni ha introdotto una modifica alla normativa sulla tassa di successione che sta facendo discutere. La norma, inserita nel decreto legislativo che dà attuazione alla riforma fiscale, prevede un’importante agevolazione per gli eredi di Silvio Berlusconi, che potrebbero risparmiare milioni di euro sull’eredità ricevuta dal padre.
*Un “regalo” inaspettato*
La nuova norma sembra essere stata cucita su misura per la famiglia Berlusconi, esentando dall’imposta di successione quattro holding che controllano il gruppo Fininvest. In pratica, i cinque figli di Berlusconi – Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi – potrebbero evitare di pagare il 4% su una quota significativa del patrimonio ereditato, stimato in 423 milioni di euro. Questo “aiutino” estivo potrebbe essere interpretato come un tentativo di Meloni di ricucire i rapporti con la famiglia, dopo un periodo di tensioni politiche e personali.
*Le implicazioni della riforma*
La decisione di esentare le holding dal pagamento dell’imposta di successione ha sollevato diverse polemiche, soprattutto perché va a scontrarsi con precedenti sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione che escludevano simili benefici per i grandi patrimoni aziendali. Tuttavia, con la nuova normativa, il governo Meloni ha rimosso le distinzioni tra società operative e non operative, ampliando il campo delle esenzioni.
*Un gesto politico?*
Questa mossa del governo potrebbe essere interpretata come un gesto di distensione verso la famiglia Berlusconi, dopo che alcuni membri della stessa avevano espresso opinioni discordanti rispetto alle politiche dell’esecutivo. L’operazione, che per alcuni potrebbe sembrare un semplice adeguamento normativo, assume così una connotazione altamente politica, confermando ancora una volta come le relazioni tra politica e grandi famiglie imprenditoriali siano intricate e spesso oggetto di accordi taciti.
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La riforma della tassa di successione introdotta dal governo Meloni rischia di creare un pericoloso precedente, sollevando interrogativi su chi ne trarrà realmente beneficio. Mentre i cinque eredi di Berlusconi potrebbero risparmiare una cifra considerevole, la questione dell’equità fiscale torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico. La sensazione, per molti, è che ancora una volta le leggi vengano scritte a vantaggio di pochi, lasciando i cittadini comuni a fare i conti con una giustizia fiscale che appare sempre più lontana.