Il sondaggio shock su Fazio e Annunziata. E sulle amministrative…

Per giorni non si è fatto che parlare dell’addio alla Rai di Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Durante la puntata di Di martedì di Giovanni Floris, il sondaggista Nando Pagnoncelli ha mostrato un sondaggio Ipsos che riguarda proprio i due conduttori. Nella rilevazione è stato chiesto al campione se l’uscita dalla tv pubblica di Fazio e Annunziata “è un danno o un vantaggio per la Rai”. Per il 49% degli intervistati è un danno, per il 30% un vantaggio. Il 21% non si esprime. Insomma, meno della metà degli italiani ritiene che la Rai esca danneggiata dalla partenza dei due conduttori. Circa un terzo pensa che sia un vantaggio per il servizio pubblico, mentre a un italiano su cinque non interessa la questione.

Tra i vari argomenti toccati nel sondaggio c’è anche quello della casa e i giovani. “Il 69% degli intervistati ritiene che oggi sia più difficile per un giovane comprare casa rispetto a qualche anno fa”, spiega il sondaggista. “Non dimentichiamoci che due giovani su tre fra i 18 e i 35 anni vivono ancora nella famiglia d’origine”, ricorda Pagnoncelli.

Su La Stampa, invece, è stata intervistata Alessandra Ghisleri di Euromedia research. Sulle amministrative ha detto che «il giudizio più politico va dato sul primo turno, perché i voti espressi vanno ai partiti, anche se in questo caso molti preferenze sono confluite verso le liste civiche: casi eclatanti la lista di Claudio Scajola che a Imperia, senza proporre simboli di centro destra, ha ottenuto il 33%, o la vittoria di Giacomo Possamai a Vicenza che non ha voluto “big” del centrosinistra per la sua compagna elettorale» spiega.

Il dato clamoroso su Fratelli d'Italia

«Abbiamo fatto una serie di sondaggi precedenti alle elezioni per individuare i candidati e poi abbiamo portato avanti uno studio sui 91 comuni capoluoghi interessati da queste elezioni. Abbiamo considerato solo quelli dove si sono presentate liste con i simboli dei partiti. In questa statistica non è stato considerato il Movimento 5 Stelle essendo un dato troppo basso. L’esito, per i maggiori partiti, è stato interessante. Il Partito Democratico, su 202 mila elettori ha ottenuto il 16,18%, Fratelli d’Italia su 184 mila elettori il 13,6%, la Lega su 79 mila elettori il 7,55% e Forza Italia su 76 mila elettori ha ottenuto il 6,66%. Quindi, Forza Italia più o meno rispecchia il dato nazionale, la Lega è sotto di un paio punti ma quello che stupisce è il dato di Fratelli d’Italia che è sotto di più della metà rispetto al dato nazionale. Il Pd tiene più di tutti».

«L’effetto Meloni è ancora forte a livello nazionale, ma quella parte di voti percentuali che manca è quella che noi chiamiamo “volubile” cioè quel voto che ti da il consenso ma che è anche la più facile da perdere. La stessa che ha spinto Renzi fino al 40% o Salvini al 30% e adesso la Meloni al 26% con punte fino al 30%. Il Pd ha fatto il 16,18%. Calcolando che i sondaggi lo collocano tra una percentuale nazionale che si aggira tra il 20 ed il 21%, significa che il suo è un elettorato più solido e stabile» dice Ghisleri.

E sui 5 Stelle...

A Ghisleri si chiede poi se sia già iniziata la parabola discendente di Elly Schlein. «È arrivata senza riuscire a dare il suo “imprinting” in così poco tempo, in teoria avrebbe potuto darlo sulle questioni politiche più importanti: cosa che si sarebbero aspettati e stanno aspettando i suoi elettori».

E sui 5 Stelle spiega che «A livello locale, storicamente, M5S non è mai emerso: il movimento ha sempre avuto un respiro più nazionale. Giuseppe Conte ha fatto del Movimento 5 Stelle il suo partito. Lo sta mutando. Ma non tutto l’elettorato lo ha capito e, per questa ragione, ha perso dei voti a favore del Pd. Dall’altra parte, questo “non scegliere” del Pd sta tenendo tutti fermi. L’elettorato dei 5Stelle non è proprio soddisfattissimo perché ci sono due cavalli di battaglia da sostenere, il reddito di cittadinanza e il salario minimo, e non si può andare solo contro ma bisogna anche progettare qualcosa. Eclatanti sono i casi siciliani e brindisino, dove sono riusciti a perdere terreno anche in un territorio “amico”».

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