Vittorio Feltri ha scritto un tweet in cui dice che durante il fascismo dovevi giurare di essere fascista, adesso è il contrario.
Vittorio Feltri ha scritto un tweet in cui dice che durante il fascismo dovevi giurare di essere fascista, adesso è il contrario. Ma leggiamo attentamente il suo tweet: “Durante il fascismo dovevi giurare di essere fascista, adesso devi dichiararti obbligoriamente di essere antifascista: cambiano i cazzi ma i culi sono sempre gli stessi” si legge. Insomma, non usa giri di parole il giornalista per dire che nella società attuale si richiede agli esponenti politici e non di dichiararsi antifascisti. Feltri però dimentica che la nostra Costituzione è proprio basata sull’antifascismo e che dire questa parola non dovrebbe essere difficile per nessuno che abbia studiato la storia.
Lo scontro in tv da Parenzo
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Con l’avvento del governo Meloni, il tema dell’antifascismo ha assunto un ruolo centrale nella discussione pubblica, con particolare enfasi sulla posizione degli esponenti di Fratelli d’Italia. Nei talk show televisivi, questo argomento è stato oggetto di approfondimento. In particolare, David Parenzo, conduttore de “L’aria che tira”, ha sollevato la questione con Vittorio Feltri, direttore editoriale del Giornale, il quale ha espresso una visione netta e critica nei confronti dell’antifascismo. Feltri ha manifestato la sua perplessità riguardo alla necessità di definirsi “antifascisti” in un contesto in cui il fascismo è stato sconfitto da oltre ottant’anni e non ha più rappresentanti viventi. Secondo il giornalista, concentrarsi sull’antifascismo equivale a combattere contro un avversario inesistente, quasi un secolo dopo la sua caduta. Egli ha considerato il dichiararsi antifascisti come una perdita di tempo o addirittura un atto di compiacimento verso chi insiste nel sentire quella parola.
La posizione di Feltri è apparsa decisa e priva di mezzi termini: ha respinto categoricamente l’idea di definirsi antifascisti, sostenendo che questa tendenza sia diventata noiosa e fastidiosa, trasformando la celebrazione del 25 aprile, giornata della Liberazione, in una sorta di “mantra” antifascista. Ha anche ribadito il concetto che la festa è dedicata alla Liberazione e non all’antifascismo. Nel corso della discussione con Parenzo, Feltri ha espresso la sua frustrazione verso coloro che continuano a promuovere l’antifascismo come un obbligo morale, soprattutto in un periodo in cui gli eventi storici che l’hanno generato sono così lontani. Ha addirittura accusato di mancanza di rispetto coloro che insistono su questa retorica, sottolineando che i fascisti sono tutti ormai scomparsi e che combatterli oggi significherebbe prendersela con i morti.