Intercettazioni, Nino Di Matteo: “Soltanto grandi bugie. Vogliono far credere che… – IL VIDEO

Il PM Antimafia critica la riforma della giustizia: “I limiti messi agli ascolti? Uno scudo di protezione dei potenti”

Antonino Di Matteo, noto pm della Procura nazionale antimafia, ha espresso forti critiche contro la nuova riforma della giustizia, definendo come “grandi bugie” le affermazioni diffuse sull’uso delle intercettazioni in Italia. Durante un’intervista, Di Matteo ha sottolineato come ci siano due falsità principali che vengono “abilmente veicolate all’opinione pubblica”.

*Le due “grandi bugie”*

La prima, secondo Di Matteo, è l’idea che tutti in Italia siano intercettati senza motivo. Questa convinzione, promossa da alcuni settori, è per il magistrato uno strumento per seminare il panico tra i cittadini, facendo credere loro che la loro privacy sia costantemente violata. La seconda bugia riguarda i costi delle intercettazioni, che vengono rappresentati come fuori controllo e crescenti, mentre in realtà, come riportato recentemente dallo stesso ministro Nordio, sono in calo da 15 anni.

*La protezione dei potenti*

Di Matteo non ha esitato a dichiarare che le restrizioni imposte sulle intercettazioni servono in realtà come uno “scudo di protezione dei potenti”. Per il magistrato antimafia, limitare gli strumenti di indagine significa rendere più difficile il lavoro della magistratura nel contrastare la criminalità organizzata e la corruzione ad alti livelli.

Leggi anche

*Le preoccupazioni per il futuro*

Il pm ha espresso preoccupazioni per il futuro della giustizia in Italia, sostenendo che tali riforme potrebbero indebolire significativamente la capacità delle autorità di svolgere indagini efficaci. Di Matteo ha sottolineato l’importanza di mantenere strumenti di indagine robusti e flessibili per garantire la sicurezza e la giustizia nel paese.

Le dichiarazioni di Di Matteo mettono in luce le tensioni esistenti tra il governo e la magistratura riguardo alle riforme della giustizia. Mentre il governo difende le sue scelte come necessarie per proteggere la privacy dei cittadini e contenere i costi, molti magistrati, tra cui Di Matteo, vedono in queste misure un pericoloso passo indietro nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.

 

Condividi sui tuoi social:

Articoli popolari

Articoli più letti

Voce dei Cittadini